È il giorno di Johndre Jefferson in Pallacanestro Varese. Il nuovo centro della Openjobmetis, arrivato lunedì nella Città Giardino ed ufficializzato ieri, è stato infatti presentato alla stampa nella sala conferenze Giancarlo Gualco del PalaWhirlpool.

«I primi giorni sono stati molto positivi -confida il lungo americano che prenderà il posto di Ed Daniel sotto i tabelloni-. Ho ricevuto un caloroso benvenuto non solo dallo staff e dai miei nuovi compagni,che mi stanno aiutando per arrivare pronto all’impegno di domenica contro Venezia, ma anche dai tifosi biancorossi che hanno “intasato” i miei social network con messaggi di stima ed auguri».Johndre Jefferson

«Le mie caratteristiche -prosegue-? Ciò che riesco a dare in campo è in linea con quelle che sono le mie caratteristiche. La mia agilità mi permette di recuperare palloni dove gli avversari, solitamente, non arrivano. Do il 100% in ogni cosa che faccio mentre in attacco so schiacciare e piazzare da sotto i tabelloni. Difetti? Devo migliorare nel tiro dalla media distanza e continuare a sviluppare, dal punto di vista mentale, la mia conoscenza del gioco. Ora più che mai, dal momento in cui mi confronterò con i migliori giocatori».

Domenica, contro Venezia, ci sarà il tuo esordio in Serie A. 
«Non sono molto preoccupato dal punto di vista fisico. Del resto ho sempre lavorato per tenermi in forma e per raggiungere questi livelli. Sono in Italia da un anno e mezzo ormai ed ho sempre seguito la Serie A. Sono curioso di vedere quale sarà il mio impatto».

Hai già conosciuto Pozzecco. Cosa ti ha chiesto nello specifico? 
«Il primo giorno abbiamo parlato molto. Mi ha detto che da me si aspetta rimbalzi e presenza intimidatoria in difesa. In attacco, invece, vuole rapidità nelle transizioni. Per me si tratta di un’occasione unica. Il “Poz” mi segue da parecchio tempo e sa quello che posso dare».

Che tipo sei lontano dal parquet?
«Passo tanto temo sui social network per tenermi in costante contatto con i miei familiari. Per il resto amo i videogames ed ascoltare la musica. Il Presidente di Mantova? Non so quali parole abbia detto su di me. Posso solo dire che sono grato a lui ed alla squadra per avermi portato in Italia ed avermi dato l’opportunità di arrivare a questo livello».

Marco Gandini