
Il mondo del Calcio è pieno di “professori”. Tutti sanno tutto. Addetti ai lavori o semplici appassionati usano un linguaggio esclusivo, coniano nuove parole, la stessa costruzione della frase è manna per la semantica. Sarebbe folklore se non fosse che, troppo spesso, i fruitori di codesti deliri linguistici sono i bambini. Bene. Alla Scuola Calcio A.S.Varese 1910 la differenza la facciamo così…
Luogo: Palestra Scuola Media Vidoletti con campo regolare segnato per Basket, Pallavolo, Pallamano.
Sussidi Didattici:Palloni leggeri colorati mod. Super Tele, cerchi, birilli, materassoni, ostacolini componibili, cinesini.
Metodologia: Gruppo di 14 bambini (11 maschi e 3 femmine) tra i 4 ed i 5 anni. Periodo di ambientamento superato, i genitori possono assistere alla lezione senza intervenire perché i bimbi ormai accettano i Mister come parte di loro. La lezione, della durata di un’ora con due “pausa sete”, prevede lavoro con materassoni e palloni.
Obiettivi Dodattici: Io e il pallone. Il pallone è mio amico e lo tratto bene. Cammino, corro, striscio e salto.
Forza bimbi, tutti dai Mister!!”. La voce dell’allenatore richiama l’allegra banda di “zanzare”, appellativo che scatena l’ilarità dei bimbi. Frequentano le lezioni da ormai due mesi, sono bambini che provengono da Scuole Materne diverse e che hanno superato la fase di ambientamento, sia con la struttura-la palestra, ormai, è come l’aula dell’asilo-, sia con gli insegnanti, che sono amici, fratelli maggiori, maestre o “suore”, come , a volte, vengono definiti… Le piccole pesti si radunano in cerchio, vocianti, con il loro pallone colorato ben stretto in mano. E’ l’attrezzo più divertente, è il loro cucciolo. Gli è stato regalato. Lo trattano come un peluche, alcuni se lo tengono ben stretto persino a nanna… Lo hanno siglato, colorato, segnato con la penna. E’ il primo contatto con il sussidio principale che li accompagnerà durante le lezioni. E lo personalizzano “ Bene bambini, oggi farete divertire il vostro amico pallone. Gli faremo fare un sacco di salti, rotolate, rimbalzi! Ma , mi raccomando, non fatelo mai scappare via! E’ il vostro cucciolo e deve fare quello che dite voi! Quando fischia il treno ( il Mister ha un fischietto per richiamare l’attenzione come il treno quando arriva in stazione) portate il vostro pallone a fare un giro per la palestra. Girate dove volete ma tenetelo sempre vicino ai piedini e non usate MAI le manine altrimenti arriva il Mago Merluzzo e vi trasforma in zanzare. Se vi scappa raggiungetelo ed accompagnatelo con i piedi. Attenti perché è un po’ monello e dovete fare attenzione! Sapete che qui l’unica cosa che può scappare è la pipi’ o la pupù!” I bimbi esplodono in una fragorosa risata. L’uso della narrazione favolistica è il primo alleato quando si opera con bimbi in età prescolare, si sentono coinvolti, vivono una realtà che li vede protagonisti, perché le favole non insegnano che i mostri non esistono, ti dicono come sconfiggerli. I bimbi girano per la palestra, alcuni calciano il pallone con forza e poi, di corsa, lo raggiungono per riportarlo con i piedi, altri lo trattano con profondo rispetto, quasi avessero paura di fargli del male. Bimbi o bimbe non fa differenza, in età prescolare la divisione è solo nelle menti bacate degli addestratori, manovali dell’attività motoria. Ripetiamo l’esercizio in quadrupedia, accompagnando il pallone con la testa “ come dei piccoli cagnolini che vogliono giocare a pallone ma non possono usare i piedini”. “Chi di voi ha un cagnolino?” Alla domanda del Mister si scatena un vero e proprio festival del regno animale… Gatti, tartarughe, pescioloni rossi, criceti, “Mister il mio nonno ha un canguro!” sussurra la piccola Martina. “Che meraviglia! Bimbi sapete come salta un canguro?” “Si, si, fa cosi..” ed in un attimo tutti i bimbi saltellano cercando di farlo a piedi pari, proponendo essi stessi l’esercizio. Lavorando con bimbi in età prescolare è normale che lo sviluppo della lezione sia dettato da regole stabilite da loro, secondo i propri tempi e ritmi. L’Insegnante può preparare un canovaccio di lezione, con minimi obiettivi che non comportino un grande sforzo di attenzione considerata l’età dei bambini, ma, spesso, sono loro stessi a stravolgere e trovare stimoli nuovi. L’Insegnante deve possedere l’abilità di trasformare questi spunti negli obiettivi didattici che si è proposto. Mentre i “cangurini” saltellano, l’Insegnante approfitta e dissemina la palestra di “cinesini” (minibirilli a base larga). “Adesso, cari cangurini, saltellate con il pallone in mano e, al fischio del treno, dategli un bel calcione e fatelo volare in alto come un uccellino!” I palloni volano, rimbalzano, rotolano ovunque. I bimbi ripetono l’esercizio molte volte, scambiandosi anche la palla. “ Urca, attenti ora! Vedete i cinesini colorati per terra? Bene, accompagnate il pallone con i piedi ma state attenti a non toccare il cinesino, altrimenti il pallone si trasforma in una mosca che vi ronza sul nasino!” Partono come fulmini, la maggior parte urta i cinesini, ma nel nuovo tentativo molti bimbi riescono a cambiare direzione ed evitare l’ostacolo. Coordinazione e controllo del corpo, attenzione e rispetto delle regole. Una bella bevuta dalla mamma e pronti di nuovo per il divertimento principale della lezione, il salto sul materassone. Si posizionano tre materassoni cosi da formare un’ampia superficie. “Attenti bimbi, ora tutti sui materassoni. Sentite come sono morbidi. E’ stata una giornata di pioggia ed il terreno è morbidissimo! Provate ad accompagnare il pallone con i piedi sui materassoni. Accidenti che molle!!” Le “zanzare” partono ululanti, alcuni si rotolano uno sull’altro, altri provano a controllare la palla con i piedi, “ma Mister è mollissimo io affondo” dice ridendo Andrea. “Ehi bimbi Andrea affonda, fate un bel tuffo e andate a salvarlo!!” Saltano in tutti i modi, addiritura con capriole e la maggior parte di loro recuperano anche il pallone quando cade dal materasso. La lezione procede con diversi stimoli sempre usando i materassoni (rotolamenti con palla in mano-lanci e recuperi-quadrupedia accompagnando il pallone con la testa). I bambini, stanchi ma felici, si ritrovano al fischio dell’Insegnante in centro palestra, si abbracciano e si stringono le mani come consuetudine e tornano gridando dai propri genitori.
Marco Caccianiga