
4 marzo 2015, ore 20.16. Stadio “Carlo Speroni”. Un poco più che ventenne carimatese in forza al Pordenone ma di proprietà dell’Hellas Verona, Riccardo Ravasi, ha sul sinistro la palla per trasformare una triste serata di fine inverno in una data da tramandare ai nipotini per la prima rete stagionale che (per soprammercato), spedirebbe anche i ramarri a più sei sull’ultima in classifica. L’interno della matricola brianzola va a fare conoscenza con la traversa bustocca e ai nipotini toccherà raccontare qualcos’altro. E non solo a loro, perchè Rossitto lo sostituisce in un amen condannandolo a parecchia panca da lì in avanti. La storia in oggetto avrebbe solo la dignità di tre colonne in cronaca se quella sera la beneficiata di quel legno galeotto non fosse stata la Pro Patria che (dalla coda del gruppo) sul quel propizio episodio ha poggiato la sua sorprendente rincorsa playout. D’accordo, un pizzico di melodramma non guasta mai, ma, retorica a parte, in quel preciso istante è davvero svoltata la stagione tigrotta. Proviamo a capire perché. Giunto a Busto il 31 gennaio, Marcello Montanari aveva raccolto sin lì (match col Pordenone compreso) 5 punti in 6 partite (con 3 sconfitte) prediligendo un audace 4-2-3-1 con tutta l’argenteria in campo. Un rodaggio in chiaroscuro che necessitava il sacrificio di qualche zavorra tecnica. E allora virata sul 4-3-3, media promozione (17 punti in 9 gare) con 5 vittorie grazie a 6 reti (di cui 4 su rigore) di Matteo Serafini. Non esattamente una coincidenza se è vero che il modulo (vecchio arnese zemaniano maneggiato con cura e buon senso) ha regalato continuità ed equilibrio finalmente agganciati dopo un lungo inseguimento.
A proposito, con il tecnico elbano in panca, 15 gare e 15 diverse formazioni. Domenica (presumibilmente) vedremo in campo la sedicesima vista la squalifica di Bovi (fermato per un turno dal giudice sportivo), le diffide di Zaro, D’Errico e (soprattutto), di Candido e Terrani, e la necessità di far giocare al rientrante Calzi almeno mezzora. L’unico sempre presente in distinta al fischio iniziale è stato Melillo mentre 19 diversi giocatori si sono alternati dal primo minuto e 23 complessivamente. Numeri che racconterebbero un’incertezza nelle scelte al contrario smentita dai punti fermi già incasellati. In attacco da 8 gare i tre sono sempre Candido/Serafini/Terrani. In difesa, Pisani e Lamorte centrali con Guglielmotti a destra (alternativa Botturi) e Taino a sinistra (da miscelare con Panizzi), sono un copione ormai consolidato. Diverso, invece, il discorso a centrocampo dove (complici gli infortuni di Calzi e Palumbo) nelle ultime 9 gare si sono alternati (da titolari) 6 giocatori e 6 diversi terzetti: Arati/Calzi/Giorno il più utilizzato (3 volte) con Arati assente solo ad Alessandria per squalifica. A sensazione, però, nella testa del mister, i tre tenori sulla mediana dovrebbero essere Calzi/Arati/Palumbo. Se è così, lo scopriremo solo ai playout.
Intanto, per l’ultimo atto della regular season di domenica con il Monza, è stato designato Livio Marinelli di Tivoli (assistenti i sardi Loni e Dessena). Il fischietto tiburtino (31enne alla terza stagione in Lega Pro) ha già diretto la Pro Patria il 2 febbraio 2014 (2-1 interno con il San Marino con doppietta di Serafini e due espulsi), ma è noto ai più per l’abitudine agli 0-0 e per essere un Maresciallo dell’Esercito attualmente in forza al 7′ Reggimento Alpini. L’anno scorso ha passato 5 mesi in Afghanistan al seguito del contingente italiano nell’ambito dell’iniziativa ISAF. Dopo il Medio Oriente, un’altra missione di pace allo “Speroni”?
Giovanni Castiglioni