Seconda puntata dell‘Alfabeto della Openjobmetis, stagione 2014-2015

D come come DEANE, Willie – A mio modestissimo parere uno dei rebus, certamente non voluti ma sicuramente e clamorosamente non risolti della stagione biancorossa. Deane, a mio avviso, resta giocatore di buonissimo livello, che Openjobmetis Varese-Acqua Vitasnella Cantù. Deane combatte a terra per conquistare il pallone
all’Openjobmetis nonostante il contrattone biennale non ha trovato (capita…) terreno e situazioni tattiche ideali per mettere radici solide. Willie, giocatore con qualità, non a caso dopo Varese, in Russia al Volgograd, ha fatto molto bene in una squadra costruita in modo strampalato e gestita in maniera abbastanza folcloristica. Folcloristica quanto ? Bhe, che ne dite di un presidente, Dmitry Gerasimenko che, dicono, impone la sua presenza a coach Bauermann e “si fa giocare” nelle gare più importanti – CSKA, Khimky e via discorrendo – della stagione? Deane, unico regista vero del gruppo varesino, in una situazione di grande sofferenza nel reparto esterni è stato quello che ha sofferto di più perché impiegato a strappi e con poca continuità in un ruolo in cui, invece, per le sue caratteristiche, avrebbe avuto bisogno di chiarezza, spazio e leadership riconosciuta. Sarà un caso (solo un caso?), che Deane nell’unica gara – a Caserta all’andata – in cui ha goduto di tutte queste cose ha fatto le “onde”: 25 punti, 7 rimbalzi, 6 falli subiti, 2 assist in 32 minuti di gioco. Certo, qualcuno potrà obiettare che sette giorni più tardi, in casa contro Sassari, Deane con 34 minuti di gioco fece pietà, ma il Deane vero, mia impressione, per mille ragioni, a Varese non si è proprio visto. Avergli dato addosso mi è sembrato ingiusto e ingeneroso.

D come DIAWARA, Yakhouba – Annata sfortunata e contraddittoria per uno dei giocatori più amati dal pubblico di Masnago. Kuba, eccellente persona e giocatore generoso se ce n’è uno, ha pagato in prima per il suo infortunio. In seconda per l’infortunio capitato a Kangur, playmaker aggiunto sul perimetro e tra i pochi capaci di vedere sempre il migliore extrapass. In terza per l’intempestivo allontanamento di Robinson, altro esterno in grado di trovare buoni scarichi perimetrali. Tuttavia, per un giudizio esaustivo, ma soprattutto sereno su Kuba occorre uscire dalla logica cuore-amore, affrontare di più e meglio il discorso tecnico-tattico e dire che Diawara, rispetto alla prima esperienza varesina (anno 2011-2012), ha cambiato in modo deciso il suo raggio d’azione squilibrando le soluzioni in vernice a favore di quell’arco. Risultato? Cattive percentuali sia da sotto (43%) sia da fuori (28%), sia ai liberi (67%) per un giocatore che ha perso in esplosività passando da 29 a 8 schiacciate, da 5 a 4 rimbalzi di media, con una media di minuti giocati superiore. “Conti” che significheranno pur qualcosa…

11.Milano-Openjobmetis Varese. Buona la prova di Eyenga, anche se lascia anzitempo i suoi dopo 5 falli commessiE come EYENGA, Christian – Certamente la novità più bella della stagione, soprattutto dopo che coach Caja ha intuito che imbrigliare un “cavallo” di razza come Chris sarebbe stato controproducente per tutti. Eyenga, giocatore più di quantità che di qualità e finezze, doveva essere lasciato libero di correre sul parquet e libero di far esplodere il suo debordante talento atletico. Ala piccola senza tiro dal perimetro o ala grande senza movimenti di piede perno o in post-up? La questione è di lana caprina: semplicemente Eyenga ha bisogno di avere la palla in mano, tanto spazio a disposizione e giochi in isolamento per poter sviluppare le sue grandi doti in avvicinamento al ferro. Doti che per uno come lui, cestisticamente ancora poco educato, grazie al lavoro in palestra e l’esperienza di gioco sono ancora in piena evoluzione. Insomma: il ragazzo si farà. Se Varese riuscisse a trattenerlo sarebbe davvero un colpaccio.

F come FERRAIUOLO, Massimo – Tutti quanti, Presidente Stefano Coppa in testa, hanno sottolineato, e giustamente esaltato, i suoi ruoli di equilibratore-collante-consigliere quando il gruppo stava rischiando di liquefarsi. Max, uomo saggio, scaltro ed esperto ha fatto il suo tenendo insieme i pezzi e, soprattutto, aspetto molto apprezzato ai vertici, senza “allargarsi”.
Umiltà e consapevolezza come doti vincenti. Non da tutti. Non da tutti…

G come GIOFRE’, Simone – Chiude il rapporto con Varese lasciando sulla bocca di tutti i tifosi una domanda: ma ‘sto Giofrè è stato solo l’uomo bravo e fortunato del trio Banks-Green-Dunston o è stato anche qualcosa di più? Per come l’ho conosciuto penso sia stato qualcosa di più e di meglio anche se, ovvio, oltre alla bravura e alla conoscenza del mercato, un po’ di “culo” nel trovare gli incastri giusti serve sempre. Nel bilancio delle sue stagioni varesine, quindi delle squadre da lui insieme ad altri architettate, credo che quella davvero da bocciare, perché triste dentro e con poco senso sia stata quella del 2013-2104. Basta ricordare il disastrato terzetto Clark-Coleman-Hassell? O dovete aggiungere: trio assemblato con altri giocatori stanchi, presuntuosi o demotivati? Dovrebbe bastare. Invece, per questa stagione, si segnala la prontezza dei “colpi” Eyenga e Maynor e, comunque, una squadra costruita con più equilibrio e, come si sa, implosa per altre, non sempre sondabili, ragioni. Di fatto Giofrè esce di scena anche perché uomo scelto dall’ex g.m. Tutto qui, forse.

Domani il terzo appuntamento…

LEGGI LE ALTRE PUNTATE:
Dalla A di Serie A alla C di Coppa

Massimo Turconi