Quando la legge incontra la politica, ad avere la meglio è (quasi) sempre la seconda. L’ennesima riprova si è avuta oggi a Roma dove il Collegio di Garanzia del CONI (presieduto, lupus in fabula, dall’ex Ministro degli Esteri Franco Frattini) ha rigettato i ricorsi presentati per il ripristino del format a 60 squadre in Lega Pro e per il fondo perduto per le ripescate. Speranze svanite quindi per Seregno, Sambenedettese, Forlì, Gubbio, Taranto e Viterbese (ma anche per Fondi, Legnano, Parma e Venezia che, in tempi diversi, avevano proposto analoghe iniziative) e status quo mantenuto.

In mattinata l’avvocato Cesare Di Cintio (sempre lui, l’uomo che sussurrava ai cavilli, il difensore del Seregno) aveva messo in seria difficoltà giuridica i legali della federazione utilizzando gli stessi argomenti già spesi con successo l’anno passato per conto del Novara. Di fatto, le norme federali sembravano essere dalla parte dei ricorrenti. Ma dopo quattro ore abbondanti di camera di consiglio a prevalere è stata invece la volontà spiccatamente politica (si dice, sotto diretta sollecitazione del Presidente Tavecchio) di non ritardare ulteriormente l’avvio della stagione.

Il campionato di Lega Pro (e quello di Serie D) può così regolarmente avere inizio nel prossimo weekend. Per la Pro Patria ci sarà da attendere una settimana supplementare (signorina fidejussione permettendo).  In attesa del processo sportivo sulla responsabilità oggettiva (date e tempistica ancora tutte da fissare), l’estate dei tribunali può finire temporaneamente in archivio.

Giovanni Castiglioni