Dici Lumezzane e pensi subito alla semifinale playoff del ’96, episodio apicale di una fiera rivalità che, tra arsenico e vecchi dispetti, almeno sul campo, negli ultimi 20 anni ha avvicinato le emozioni dei confronti con i bresciani a quelle di un vero derby. Mettiamo però da parte per qualche istante la frustrazione figlia di quella intensissima doppia sfida e riavvolgiamo il nastro di alcuni altri precedenti in campionato con i rossoblu.
Il primo. 5 novembre 1995. Si gioca allo “Speroni” e vince la Pro Patria con risultato classico grazie alle reti di Tutone e Moretto. Al ritorno in Val Gobbia sarà 0-0. Ma per quella stagione gli scontri diretti non si limiteranno ai canonici due.

Il più burrascoso. 24 novembre 2002. Piove e tira vento sotto la Corna di Sonclina ma la vera calamità ha il fischietto in bocca e il taccuino nella tasca. Si chiama Mauro Bernardoni, arbitro della sezione di Modena e da quel pomeriggio di diritto nella Hall of Fame dei direttori di gara allergici al biancoblu (accanto a Pieri, Siragusa, Gallione, Bietolini e…ok, la lista è troppo lunga). Al termine è 3-2 per il Lumezzane con reti annullate, rigori dubbi, espulsioni a nastro e 16 (sì, avete letto bene, sedici) giornate complessive di squalifica con il solito Melo Dato a guidare la classifica dei cattivi a quota sei.

Il più illusorio. 16 maggio 2004. La Pro Patria deve vincere in trasferta e sperare in una sconfitta della Torres a Pisa per evitare i playout. I sardi però fanno 1-1 sotto la Torre Pendente e così la rimonta del “Comunale” si trasforma in un’effimera illusione. Per la cronaca, finisce 1-2 con a segno Sella, Trezzi e Daniele Morante. Ma chi? Quel Daniele Morante? Sì, proprio lui, la meteora ribattezzata a Busto CentoVetrine e poi rifattosi dei lazzi trasformandosi in giustiziere dei tigrotti con il Verona al “Bentegodi” nell’andata dei playout del 2008.

Il più clamoroso. 26 ottobre 2008. Dopo sei vittorie in striscia, il Dream Team si è piantato a Cremona e in casa con il Novara. Radio Portineria sussurra di finanze già zoppicanti dopo soli due mesi scarsi di stagione. Serve una risposta immediata della squadra. Che infatti arriva puntuale: 5-1 al 90′! Per gli altri, ovviamente. Tra i bresciani segnano praticamente tutti. Anche Chiecchi, che rivedremo (con poca fortuna) l’anno dopo in biancoblu.

Il più inutile. 9 maggio 2010. Già condannata ai playout dopo un campionato naif con quattro allenatori e una proprietà (quella dei Tesoro’s) in perenne ricerca d’autore, la Pro Patria chiude la regular season superando in casa i rossoblu con un pleonastico 2-1 in virtù delle reti di Marci, Galabinov e Pacilli. Nel successivo barrage con il Pergocrema, due pareggi schiuderanno le porte della Seconda Divisione.

L’ultimo. 15 marzo 2015. L’esonero di Braghin (e il ritorno di Nicolato) priva lo “Speroni” di un facile bersaglio. Decide Terrani (un habitué delle reti al Lumezzane) il cui destro telecomandato firma l’1-0 finale e accende la speranza (poi confortata dai fatti) di una possibile rincorsa playout.

 

Lumezzane-Pro-Patria-CANDIDOIn tutto, 20 precedenti con 9 successi biancoblu, 7 pareggi e 4 vittorie bresciane. Più i playoff del ’96. Eh già, non ci eravamo dimenticati. Ci sono anche (e soprattutto) quelli. Dopo il torrido 0-0 dell’andata allo “Speroni”, i tigrotti di Beretta non hanno alternative: devono fare risultato per agganciare la finale. Il 16 giugno al “Comunale” un migliaio di tifosi bustocchi sono testimoni della fiducia nell’impresa. Non basta perchè Savi porta in vantaggio i rossoblu e, nonostante la doppia inferiorità per i rossi a Righi e La Falce, la Pro Patria sfiora anche il pari qualificazione con un colpo di testa di Vitalone che sfida fisica, logica e geometria prima di finire a lato. Al fischio finale sul campo dominano rabbia e delusione. Le stesse registrate poi negli anni successivi con la Pro Sesto e (due volte) con la Triestina prima di infrangere definitivamente la paranoia post stagionale nel 2002 contro il Novara (e la Sangiovannese in finale). Insomma, a Busto, se dici Lumezzane la mente corre inevitabilmente a quei playoff del ’96.
Sono passati quasi 20 anni. E’ venuto il momento di prendersi una rivincita.          

 

Giovanni Castiglioni