C’è chi ha MarShon Brooks e chi Ron Artest, o Metta World Peace, o l’amico dei Panda come ama farsi chiamare adesso.
Varese, invece, ha “semplicemente” Eric Maynor; se lo tiene stretto, se lo coccola. Perché dopo un inizio complicato culminato con una prestazione anonima contro Venezia, il playmaker originario del North Carolina ha, partita dopo partita (vittoria o sconfitta poco importa), conquistato la leadership della Openjobmetis, e con essa il cuore dei tifosi biancorossi che contro Brindisi si sono letteralmente stropicciati gli occhi di fronte alla classe di un giocatore che non si vedeva da queste parti da parecchio tempo. Non è un caso che i suoi 13 assist (record stagionale eguagliato) abbiano fatto il giro del web e che la giocata per Eyenga ad inizio di quarto periodo sia finita al secondo posto della Top Ten di giornata, superata solo (decisione più che discutibile) dal canestro vincente di Easley sulla sirena che ha deciso il posticipo tra Pistoia e Cantù.

«Quella contro Brindisi -dice lui- è stata, nell’insieme, una buonissima prestazione da parte di tutto il collettivo, non solo mia. Per 35 minuti abbiamo tenuto testa ad una delle formazioni più forti di tutto il campionato che sa garantire in maniera equilibrata fisicità e qualità. Poi, forse, ci è mancata la benzina nella parte finale del match; un vero peccato perché avremmo potuto regalare ai tifosi, magnifici per calore e partecipazione, la soddisfazione di una vittoria. Insomma, ci sono mancati solo i due punti».Openjobmetis Varese-Cremona. Maynor chiama lo schema

Un ko che, però, non rovina le ultime buone prestazione della squadra.
«Siamo in un buon periodo di forma. Ci stiamo dando da fare lavorando duramente durante la settimana e quindi in partita i risultati si vedono. Vogliamo finire in crescendo questa stagione, indipendentemente da ciò che poi ci riserverà il futuro».

Dal punto di vista personale c’è stata una grande crescita
«La mia avventura qui è partita in sordina. Del resto venivo da parecchi mesi di inattività e non è stato facile tornare a misurarsi con certi ritmi; non lo è per nessuno a dir la verità. La condizione è arrivata con la continuità in allenamento ed in partita. Alcuni movimenti da macchinosi sono diventati sempre più naturali. Mi sto divertendo, non c’è dubbio, e spero di riuscire a proseguire su questa strada partita dopo dopo partita».

Con Eyenga si è creato un bel feeling
«Christian è talmente atletico che riuscirebbe a prendere palla ovunque gliela metti -dice ridendo-. È semplice giocare con uno come lui. Personalmente però mi trovo bene con tutti. Ogni elemento sta facendo il massimo per ottenere il miglior risultato».

Che partita sarà quella contro Bologna?
«Abbiamo appena cominciato a prepararla e ci sarà ancora molto da lavorare perché la Granarolo è un team decisamente ostico che, nonostante venga da due sconfitte consecutive, è protagonista di un buon campionato. Il nostro obiettivo però è chiaro: dobbiamo e vogliamo vincere. Playoff? È molto dura. Dobbiamo pensare gara dopo gara, cercando di crescere ancora di più; credo che ci siano ancora molti margini di miglioramento. Se a fine stagione non riusciremo a raggiungerli dovremo almeno essere consapevoli di averci messo tutti noi stessi. Ma se dovessimo farcela -conclude Maynor- beh, allora sarebbe fantastico».

Marco Gandini