Chiamiamo Mauro Milanese, ex giocatore e direttore sportivo del Varese, per farci raccontare della sue esperienza in Inghilterra, per chiedergli se ha seguito la stagione del Varese, per sapere le sue impressioni sul club biancorosso, ma tutto ciò passa in secondo piano di fronte al “Dirty Soccer”, l’ennesimo caso di calcioscommese che, ed è la cosa peggiore, oramai non sorprende e soprattutto non scandalizza quasi più nessuno. Retrocessioni, vittorie, sconfitte, giovani da lanciare, giocatori d’esperienza su cui puntare: che senso ha discuterne, raccogliere commenti e pareri se poi alla fine risulta essere tutto un bluff?

“Nel calcio esistono tante realtà non sane – ci dice l’ex ds biancorosso -, ma non tutto è marcio. Le realtà serie e solide esistono e al momento sono proprio orientato a trovarne una per cui lavorare. La mia esperienza in Inghilterra è finita in anticipo, a gennaio, e ho a disposizione questo mese per ritagliarmi un posto. Cerco una squadra che sia seria, se non la troverò qui in italia andrò all’estero. Le notizie di ieri mi hanno scosso e hanno aperto gli occhi a tanti”.

MilaneseAl momento sono risultate coinvolte partite di Lega Pro e di Serie D, ma il giro potrebbe allargarsi e comprendere anche Serie A e Serie B. Un caso ha riguardato la sfida tra Varese e Catania. C’è stato il blocco delle scommesse, l’autodenuncia del Varese e poi il Catania che ha vinto sul campo. “Sinceramente non ho seguito molto bene l’annata del Varese. In Inghilterra non mi arrivavano grandi notizie e mi limitavo a guardare risultati e classifiche perché comunque mi interessava capire come stava andando. Quando si è vicini si segue meglio”.

Nella stagione del Varese è andato tutto storto. “Non saprei dire di preciso cosa è stato sbagliato. Sicuramente sono stati compiuti errori e sbagli da parte di tutti altrimenti un’annata del genere non potrebbe essere spiegabile.  In un anno può svanire quanto si è costruito in diverse stagioni e già lo scorso anno si era intravisto qualcosa di negativo, ma per fortuna c’era tanto vantaggio sul Cittadella che comunque è riuscito a recuperarci 10 punti e a salvarsi, relegando noi ai playout. Invece di cambiare direzione, si è continuato su quella strada”.

Quindi c’era da immaginarselo? “Sinceramente no perché mi aspettavo una salvezza da Varese”. Le difficoltà economiche hanno influenzato e la maggior parte dei debiti sono da imputare alle gestioni precedenti, da Sogliano a Rosati. “Bisogna distinguere l’analisi economica-sportiva dal resto. I debiti non sono stati provocati dai costi della parte sportiva. Abbiamo venduto giocatori in serie A, siamo sempre stati attenti a rientrare nei contributi della Lega. Questo perché il Varese ha e ha avuto presidenti che non avevano capacità di coprire le spese con il proprio portafoglio. I magnati non esistono quasi più nel calcio. Negli anni della C magari si tendeva a fare qualche debito in più, ma perché minori sono i contributi e i ricavi. In B abbiamo sempre cercato di stare nei parametri. Attravero la competenza e la conoscenza abbiamo cercato di fare il meglio possibile e gli stipendi dei giocatori non sono mai stati esilaranti”.

I risultati positivi hanno coperto le difficoltà? “Direi che per tanti anni ci si è abituati bene, si riusciva nei risultati e si vinceva al di là delle previsioni. In tutto questo però nessuno si è reso conto che eravamo oltre i parametri; si è arrivati a credere che con poco si riusciva a toccare il cielo, ma il vero risultato da ottenere era consolidare categoria per i prossimi 10 anni e l’obiettivo è fallito. Dispiace per chi ha contribuito a far arrivare lì il Varese. L’obiettivo doveva essere un grande settore giovanile e con Scapini era così. Abbiamo venduto e fatto cassa con tanti giovani vedi Lazaar, Pisano, De Luca. Fiamozzi e Forte sono arrivati in prima squadra, ogni anno ne abbiamo sfornato uno. Il Varese è una provinciale da sfruttare come vetrina, non un punto finale. Un trampolino di lancio per andare in serie A. Kurtic e Pavoletti, che valgono milioni, sono passati proprio da lì. E anche Nadarevic, Pucino e Terlizzi che sono giocatori importanti per la B. Una realtà importante vicino a Milano, con contatti da sfruttare con Inter e Milan. Abbiamo lavorato benissimo togliendici soddisfazioni enormi, poi c’è stato un crollo frutto di scelte sbagliate”.
blasi milaneseMilanese è stato esonerato con il ritorno di Sottili e contestualmente all’esonero di Gautieri. “Quando me ne sono andato avevamo 10 punti in più rispetto al Cittadella. Sono i fatti e i numeri a parlare. Ma a Varese ho avuto più soddisfazioni che delusioni. Ho vinto da calciatore e poi proprio lì ho iniziato un nuovo capitolo della mia vita sfruttando contatti e conoscenze. Bisogna riconoscere che il ds che mi ha preceduto (Sean Sogliano ndr) aveva iniziato una grande scalata e probabilmente dato stabilità alle stagioni successive”.

Come vede il futuro? “Il Varese ce la farà. Gli augurio di trovare un buon presidente, stabile e serio con la capacità di mantenere l’impegno al di là della categoria. Quella è la figura fondamentale perché da lì va tutto a cascata”.

Elisa Cascioli