20150214_182208Lo Zen e l’arte di semplificare la vita. La lunga marcia verso la salvezza della Pro Patria riparte da una vittoria attesa quasi 100 giorni (98 per la precisione) e da una ritrovata serenità. Tecnica e ambientale. Uno stato d’animo facilmente leggibile negli occhi di Marcello Montanari: “Abbiamo giocato da squadra. Ci prendiamo l’1-0 senza montarci la testa ma con grande soddisfazione”. Le tensioni degli ultimi mesi sembrano solo un ricordo: “In settimana lavoriamo bene. Tutti i ragazzi stanno dando il massimo. Anche chi non va in campo“. Necessità di cambiare il copione tattico? “E’ presto per dirlo anche perchè non so ancora cosa faremo sabato. Penso che questo gruppo abbia qualità per adattarsi a secondo dell’avversario”.
La diplomazia si scioglie solo all’ingresso del match winner Andrea Pisani apostrofato dal mister con un bonario: “Se siamo riusiciti a far segnare lui…”. Ecco, appunto, proprio il Piso ha già cambiato faccia alla difesa. Ma non solo: “Il gol? Davvero una bellissima emozione. Ho dovuto provarci due volte e alla fine è entrata”. La vittoria va però valorizzata il giusto: “Ragioniamo partita per partita. Già Novara si erano visti dei progressi. Lo spirito è quello che serve per salvarsi. Andiamo avanti così”.
Registrata l’assenza del non ancora (in attesa della cessione di quote) presidente Filippi (che in settimana ha avuto un incontro di cortesia con l’assessore Armiraglio), non resta che fare altrettanto con il tecnico ospite Sormani, non pervenuto ai taccuini senza particolari nostalgie.
La sala stampa di giornata si chiude con Matteo Arati, uno dei maggiori beneficiari della cura Montanari: “Può essere la partita di una piccola svolta. Siamo entrati subito in partita riuscendo a mascherare bene i nostri limiti”. Per chi se lo ricordava mogio mogio a fianco dell’ineffabile Tosi dopo la sconfitta col Venezia, sembra davvero passata un’eternità: “Siamo ripartiti dalle cose semplici e sono particolarmente felice per il mister. Ha responsabilizzato tutti: se dai il 100%, lui ti dà il 100%”. La voglia di parlare è il termometro di una rinnovata fiducia: “La concorrenza a centrocampo è tanta. Adesso, però, so che se sto fuori non ci sono ragioni strane”. Il tempo delle oscure verità (almeno sul campo) è davvero alle spalle.

Giovanni Castiglioni

LA PARTTA