Per quanto tiri sai che la coperta è corta. O copri i piedi, o copri le spalle. Alla Pro Patria servirebbe il piumone e, invece, a disposizione, c’è a malapena un plaid. La sconfitta di Mantova (quarta trasferta consecutiva senza punti e senza gol segnati) ha infatti certificato (semmai ce ne fosse bisogno) pregi (pochi) e difetti (parecchi) di una squadra costruita sin da luglio con logiche quantomeno abborracciate. Intanto, con Palumbo out a tempo indeterminato, quella che si sta per aprire rischia di essere una settimana, di fatto, decisiva con due gare in striscia allo “Speroni” (Como e Pordenone) prima di un ciclo di quattro partite su cinque in trasferta. Nell’attesa, proviamo a snocciolare una manciata di considerazioni statistiche sullo stato dell’arte biancoblu:

i quattro moschettieri tigrotti (Serafini, Baclet, Candido e D’Errico) sono stati utilizzati contemporaneamente dal primo minuto in 9 gare. Bilancio? Due vittorie, un pareggio e sei sconfitte. Insomma, tutto o niente. Senza mezze misure. Privata dell’attacco atomico, invece, la Pro ha messo insieme 11 punti in 17 partite (una vittoria, otto pareggi, altrettante sconfitte). Meno successi, quindi, ma più risultati utili. Riflessione inevitabile: dovendo agguantare i playout, sicuri che sia consigliabile l’all in tutte le settimane?

– in stagione la Pro Patria ha effettuato 76 sostituzioni: nessuno dei subentrati ha mai segnato o fornito un assist. Come dire che dalla panchina a partita in corso sono entrati giocatori magari utili ma mai decisivi. In più è cambiato anche l’utilizzo medio delle riserve: con Oliveira 22,45 minuti a partita, con Monza 16,06, con Tosi 23,17, con Montanari 12,18 (a Mantova i primi cambi sono arrivati al 78′). La media punti è dalla parte dell’attuale tecnico biancoblu, ma un ricorso più precoce alla panchina potrebbe non essere un cattivo affare.

nel 4-2-3-1 è fondamentale l’assortimento dei due playmaker davanti alla difesa. Nell’attuale rosa sono presenti (volendo ridurre all’osso) due centrocampisti di passo (Calzi e Arati, più, eventualmente, Cannataro) e due mezzali pure (Bovi e Palumbo, più, eventualmente, Giorno). La statistica è ancora limitata ma (forse) non è un caso che nelle quattro gare allenate da Montanari i punti siano arrivati quando la miscela prevedeva questa combinazione (Arati/Bovi con il Real Vicenza e Arati/Palumbo con l’Alto Adige) e non quando è mancata (Bovi/Palumbo a Novara e Calzi/Arati a Mantova).

nelle prime 13 giornate la Pro Patria ha subito 26 reti (13 nei primi e 13 nei secondi tempi). Nelle successive 13 (siamo alla 26^) 24 gol al passivo (6 nei primi e 18 nei secondi tempi). La condizione atletica avrà anche il suo peso ma la sensazione è che più di ogni altra cosa manchino qualità del possesso palla e attenzione per 90′.

Conclusioni? Nessuna. O meglio, una forse ci sarebbe ed è quella con cui si è aperto. Per quanto tiri sai che la coperta è corta. O copri i piedi, o copri le spalle.

Giovanni Castiglioni