L’amaro pomeriggio dello “Speroni” finisce con Alessandro Oliva alla ricerca dell’auto perduta (o prestata) prima della gara. Metafora plastica di quanto occorso in campo un paio d’ore prima. Ovviamente sostituendo al veicolo di cui sopra, una Pro Patria smarrita oltre ogni ragionevole giustificazione. L’ennesimo no contest stagionale regala il copia e incolla anche nel post partita. Apre le danze proprio il tecnico tigrotto che assolve la squadra con formula piena: “Non posso chiedere di più ai miei ragazzi. Li difenderò sempre. Anche oggi siamo stati penalizzati dagli episodi e i miracoli non li fa nessuno”. Insomma, già visto e sentito. Anche sul fronte alibi: “Non si può chiedere la luna. I problemi di condizione atletica sono evidenti. D’altra parte, senza preparazione e senza amichevoli, siamo costretti a fare delle prove durante le gare. Questo è il motivo dei tanti cambi di interpreti e di modulo”.
OlivaE siccome quando piove, grandina, al vasto assortimento di guai va aggiunta anche la defezione di Andrea Pisani (atteso all’uscita dal fresco di corso allenatore Luca Anania), vittima di un problema muscolare inusuale per la bassa intensità a cui è avvenuto. Un contrattempo che non sembra incrinare ulteriormente l’umore di Oliva: “Da lunedì si ricomincia. Il campionato è lungo. Non siamo ancora morti”. Discorso che non fa una piega a patto che si cominci subito a pedalare.
Tra l’altro, a occhio e croce, proprio la posizione del tecnico ossolano dovrebbe essere stata al centro del mini vertice improvvisato all’intervallo tra Nitti e Ragazzoni con gli “occhi di bragia” del presidente biancoblu che non promettevano nulla di buono. Faccia a faccia che ha avuto una coda nell’antistadio a gara terminata tra lo stesso Nitti e Patrizia Testa, ospite di giornata della curva locale.
Grandi manovre a parte, l’unico a salvare la ghirba è Marco Taino, investito per soprammercato della fascia di capitano dopo l’uscita di Pisani: “Non mi piace perdere. Abbiamo preso gol evitabili per colpe individuali e di squadra”. A stridere è l’evidente lost in translation con la ricostruzione di Oliva. Particolare sul quale il Barba glissa senza inciampi: “Dobbiamo ripartire dalle poche certezze che abbiamo. Prima fra tutte il gruppo”.
Tutte seccature che non toccano certo Bruno Tedino, più che rinfrancato allenatore del Pordenone: “Abbiamo dato un messaggio importante con una buonissima prestazione. Gare così vanno affrontate con la giusta mentalità. E’ quello che abbiamo fatto. La Pro Patria? In questo momento è un cantiere aperto”.
Quello che resta da capire è se a non funzionare siano gli operai o l’ingegnere.

Giovanni Castiglioni

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