Quanto possa davvero spostare il punto strappato ieri alla Reggiana è un quesito che avrà (parziale) risposta solo nelle prossime settimane. Nel frattempo, i progressi esibiti sul campo (ma anche fuori) meritano qualche doverosa nota a margine.
Intanto una insospettabile verità. Se la Pro Patria cercava un centro di gravità permanente, lo ha finalmente trovato. E’ Alessio Pala da Treviglio, allenatore ruvido quanto basta e sensibile quando serve. Insomma, croccante fuori e morbido dentro. Proprio quello di cui aveva bisogno un gruppo duramente provato dal devastante avvio di stagione. Quando venerdì l’altro, alla vigilia del match di Alessandria, avevamo segnalato la svolta in stile Ufficiale e gentiluomo dell’ex tecnico di AlbinoLeffe e Pavia, avevamo (probabilmente) visto giusto. Lo ha efficacemente confessato lui stesso ieri nel post partita: “Questi ragazzi hanno bisogno del sostegno e dell’amore di tutti. Ma hanno anche bisogno di qualcuno da odiare. E questa parte la devo fare io”. Con buona pace di Filomeno (che è sveglio e capirà la lezione) e della società che (nello specifico), sembra avergli garantito carta bianca. Un beneplacito che vale per lo spogliatoio ma anche per le questioni di più ampio respiro. A partire dalla scelta del nuovo Direttore Tecnico e passando per i possibili innesti di mercato (da Daffara agli attaccanti che verranno provati in settimana). Tutti temi sui quali il parere di Pala sarà determinante. A testimonianza, per rispolverare un parallelo che aveva fatto alzare il sopracciglio a Collovati, che anche se gli ingredienti non sono da gourmet, uno chef di vaglia mette comunque insieme un piatto di livello.
A questo proposito, vale la pena di fare un piccolo inciso tattico. La difesa a tre (o a cinque) è una discreta coperta di Linus. Ma ha anche le sue controindicazioni. Con la Reggiana, ad esempio, si è concesso spesso un uomo in fase di palleggio. Una circostanza che solo l’impalpabilità granata e l’ingresso tardivo di Pesenti hanno impedito diventasse fatale. La differenza, per una volta, l’ha fatta il rigoroso senso di applicazione delle due mezze ali (Coppola e Taino) e, a singhiozzo, di Carcuro, impeccabili sino allo sfinimento nel sacrificarsi sui tre interni emiliani. Per il futuro, a partire dalla trasferta con la Giana Erminio, una pensata sull’argomento andrà comunque fatta.
E veniamo al piano societario. Dove sembra essere tornata la quiete. Che significa che prima c’era stata (eccome) la tempesta. Nonostante infatti Nitti (giustamente) lo neghi, il disimpegno di Collovati ha rischiato di produrre un effetto domino ben più radicale. E’ servito buon senso, un pizzico di sangue freddo e il taglio e cucito di Patrizia Testa, il cui spiccato spirito di appartenenza ha rimesso insieme i cocci della vicenda. Gettando le basi per una nuova ripartenza. Sul piano finanziario (finalmente la raccolta fondi produce i primi effetti). E su quello tecnico (il primo punto può essere davvero un’incredibile iniezione di fiducia). Sempre (e comunque) con la guardia alta e un orizzonte limitato. A margine dello 0-0 di ieri, il presidente biancoblu si è infatti lasciato sfuggire (sorridendo) un freudiano: “Non so se ci sarò ancora io, ma l’anno prossimo l’allenatore sarà sicuramente Pala”.
Come dire che l’amore è eterno… finchè dura.

Giovanni Castiglioni