Silvio Papini è stata la figura di riferimento del Varese degli ultimi dieci anni. Arrivato nel 2004 quando la squadra ripartì dall’Eccellenza, con alle spalle un passato da calciatore biancorosso, il “Papo” non ha mai abbandonato la società, nemmeno nell’anno più difficile, quello che si è appena concluso con la sparizione del club dai professionisti. “Abbiamo provato tutte le strade, ma purtroppo non c’è stato verso di trovare una soluzione – ci racconta -. Faccio ancora fatica a credere che arrivati a metà luglio non ci sia ancora una squadra da allestire, una stagione da pianificare, un ritiro da fare. Mi sembra tutto surreale, ma purtroppo è realtà ed è molto dura da digerire. Questo stand-by mi fa soffrire e spero che alla fine si riesca a ripartire come dieci anni fa – aggiunge -. Mi ricordo che feci a Peo (Maroso ndr) 4 o 5 nomi di giocatori che conoscevo e partimmo da loro. ‘Se me ne dai cinque siamo già a buon punto’ mi rispose Peo. Purtroppo quest’anno, nel giro di una stagione, abbiamo perso due categorie e non è facile da digerire per chi come me vive di Varese”.

E il futuro? “Spero che il sindaco riesca a risolvere la situazione. Si sta impegnando, ma la soluzione non c’è ancora. Sarà decisiva la settimana prossima entro la quale si dovrà fare tutto altrimenti si rischierebbe di ritrovarci senza nulla. Ramella ha dichiarato che è pronto a guidare la squadra anche in Eccellenza, lo stesso discorso vale per me. Io ci sarei anche in terza categoria. Varese per me non è un lavoro, ma la vita. Perderlo sarebbe un guaio anche per il Settore Giovanile che sta già perdendo pezzi pregiati. Tante squadre sono saltate addosso ai nostri ragazzi e mi dispiacerebbe troppo perdere tutto il lavoro di Caccianiga, Masini e Milanta. Vorrei che questo incubo finisse al più presto!”.

Elisa Cascioli