54 anni (tra pochi giorni) e non sentirli. Non si tratta di una frase fatta se ci si riferisce a Paolo Mattioni, farmacista di giorno a Besozzo e portiere del Leggiuno in Prima Categoria di sera e alla domenica. Giovanile, scattante e pieno di energia, Mattioni è vicepresidente e contemporaneamente terzo portiere del Leggiuno e giovedì sera scorso, in occasione della vittoria esterna della sua squadra per 5-0 contro il Brebbia nel quarto turno di Coppa Lombardia, si è tolto la soddisfazione di difendere la porta rossoblu. “Nel corso del secondo tempo, mister Bittoni mi ha chiesto di entrare in campo per uno spezzone di gara al posto di Mirko Borghese e non mi sono certo tirato indietro – spiega Mattioni -. Emozionato? Sicuramente, io sono uno che vive di emozioni“.
Dopo un minuto dal suo ingresso, Mattioni ha scaldato subito i guantoni con una parata di tutto rispetto su una punizione dal limite dell’area assegnata al Brebbia. Gli applausi si sono sprecati sia al momento del pregevole gesto tecnico sia nelle ore seguenti. Non capita tutti i giorni di giocare in Prima Categoria non essendo più un ragazzino e di meritarsi il cinque di compagni e amici: “Il giorno dopo sono venuti in farmacia alcuni clienti, mi hanno riconosciuto e si sono complimentati. Sono attenzioni che fanno sempre piacere”.
Ma la carriera di Mattioni non è iniziata sicuramente giovedì scorso. Fin da ragazzo, Paolo ha calcato i campi verdi, ha avuto qualche occasione per tentare il salto tra i professionisti, ma ha privilegiato gli studi di Farmacia. “Durante un torneo ho avuto il piacere di incrociare come avversario niente meno che Pierluigi Casiraghi che quella volta mi ha rifilato 4 gol. Si vedeva che era bravo e che avrebbe avuto un futuro – continua Mattioni -“. Se Gigi ha vestito le maglie di Juventus, Lazio e Chelsea nonché quella della nazionale dando ragione alle previsioni di quel giovane portiere, anche lo stesso Mattioni si è tolto le sue piccole grandi soddisfazioni: “Ho vinto molti tornei e mi sono aggiudicato tante volte il premio come migliore portiere. Poi, tre anni fa, Borghese e Fiorini, il preparatore atletico, mi hanno convinto ad entrare a far parte del Leggiuno, di allenarmi con la prima squadra e di seguirla durante tutte le gare. Così sono diventato il terzo portiere oppure un uomo in più in panchina quando c’è qualche assenza”.
Cosa lo spinge ad allenarsi con qualsiasi tempo meteorologico? La risposta è l’unica possibile: “La passione e il divertimento. Insieme ai miei compagni e alle persone che gravitano attorno al Leggiuno mi trovo molto bene e, in più, mi mantengo in forma, il che non guasta”. Il figlio aggiunge con un sorriso: “Da quando gioca lo vediamo più contento, più realizzato e anche più tranquillo e noi siamo felici per lui”.
Il calcio, dunque, ancora una volta si dimostra un’ottima medicina, un’ottima valvola di sfogo, un’ottima occasione per far parte di un gruppo e di coltivare amicizie. A qualunque età.
Laura Paganini