«Solo insieme usciremo da questo tunnel. Solo lavorando uniti riusciremo a risollevare la testa».
Parole di Stefano Coppa, presidente della Openjobmetis, che gettano un po’ di acqua sul fuoco dopo le contestazioni indirizzate a squadra e dirigenti (con particolare riferimento a Cecco Vescovi e Simone Giofré) al termine del match tra Varese e Venezia di domenica. Anche perché “farsi la guerra”, in un momento così delicato, non avrebbe nemmeno senso.13.Openjobmetis Varese-Venezia. Allora parte la protesta dei tifosi nei confronti della squadra, di Cecco Vescovi e di Simone Giofré
È proprio in queste occasioni che deve emergere lo spirito di gruppo anche se «ci rendiamo conto che non sia facile. Le sconfitte non aiutano, ma possiamo beneficiare di questa pausa lunga per recuperare gli acciaccati e recuperare quell’identità e quel carattere messi in mostra all’inizio della stagione».
È forse un alibi troppo spesso usato, ma gli infortuni hanno davvero condizionato la stagione biancorossa. La squadra era stata costruita forte nel quintetto ma con l’infortunio di Kangur (non uno qualsiasi) gli equilibri hanno cominciato a rompersi. L’operazione che ha portato all’ingaggio di Eyenga (ottimo innesto ma con caratteristiche diverse dall’estone), hanno costretto coach Pozzecco a ridisegnare lo schema della sua squadra, scombussolata nuovamente dall’infortunio di un’altra pedina preziosa per lo scacchiere varesino: Yakhouba Diawara. Equilibrio minato ulteriormente dai cambi effettuati in corsa che, per ora, non hanno ancora portato i risultati sperati.
«Diamo loro fiducia. La vera stagione comincerà tra due settimane a Trento quando finalmente potremo schierare una squadra al completo e perfezionare l’inserimento degli ultimi arrivati. Nuovi interventi sul mercato? Meglio valorizzare ciò che abbiamo in casa».
Una cosa è certa: «Siamo noi e solo noi gli artefici del nostro destino».

Marco Gandini