Filippo Perucchini è arrivato a Varese l’estate scorsa in prestito dal Lecce. Cresciuto nelle giovanili del Milan, il classe 1991 nato a Bergamo, dopo l’esordio stagionale coinciso con la sfida di Coppa Italia in casa della Lazio nello scorso mese di dicembre, sabato scorso ha fatto il suo debutto in Serie B scendendo in campo in casa dello Spezia.
Quali sono state le emozioni del momento?
«Nessuna in particolare, ero tranquillissimo. Sapevo che la squadra avrebbe disputato un’ottima partita. Mi sono sempre allenato bene e sono sceso in campo con sicurezza, senza alcun timore».
Spezia-Varese PerucchiniLa possibilità di poter giocare non è arrivata prima perché quando Bastianoni (ieri è andato in prestito al Livorno) è stato indisponibile anche tu lo eri…
«Mi è dispiaciuto non esserci quando c’era bisogno, ma sono cose che capitano. Sono contento che il mister mi abbia dato un’opportunità. Ho sempre lavorato pensando di dover giocare ogni sabato».
Che tipo di competizione c’è tra voi portieri?
«Nessuna. Abbiamo un rapporto bellissimo e non ci sentiamo in competizione tra di noi. Lavoriamo al massimo aiutandoci a vicenda. Siamo un buonissimo gruppetto guidato dal nostro preparatore Stefano Ciucci e più in generale siamo un’ottima squadra che lavora al meglio insieme a tutto lo staff».
Il tecnico Stefano Bettinelli ha detto che “il portiere fa uno sport diverso”…
«Effettivamente prendiamo il pallone con le mani e siamo un po’ più scarsi degli altri con i piedi… scherzi a parte diciamo che il nostro è un ruolo particolare, magari fisicamente fatichiamo di meno ma direi che mentalmente non possiamo permetterci cali. Per questo è un ruolo difficile. Abbiamo più pressione e non dobbiamo mai avere cali di tensione. Quando un portiere sbaglia se ne accorgono tutti. Siamo chiamati a scendere in campo sempre concentrati».
La tua carriera è iniziata nelle giovanili del Milan ed è stata coronata dalla vittoria in Coppa Italia con la Primavera…
«Da allora sono già trascorsi sei anni. Sarò sempre grato al Milan perché mi ha formato non solo come portiere, ma soprattutto come persona. Avevo 10 anni quando sono arrivato e 18 quando me ne sono andato. Ho trascorso lì un periodo fondamentale della mia vita e della mia formazione».
Sei partito subito in porta sin da bambino?
«Ho iniziato che avevo circa cinque anni e ho giocato un anno in difesa, ma poi era meglio lasciar perdere e allora ho indossato i guantoni. Praticamente gioco in porta dall’età di 6 anni».
Qual è l’attaccante del Varese che non vorresti mai trovarti di fronte?
«Dal dischetto dico Falcone perché finora non ha mai sbagliato, ma la mia risposta è scontata: Neto. È un campione indiscusso, uno degli attaccanti più forti».
La squadra ha iniziato l’anno con un buon pareggio contro un avversario temibile come lo Spezia…
«Abbiamo fatto bene disputando un’ottima partita ed essere tornati a casa con un punto solo ci dispiace. Avremmo meritato di più, ma siamo contenti della nostra prestazione».
Sabato al “Franco Ossola” arriva il Carpi capolista guidato dall’ex Castori che conosce bene il Varese…
«Non è un caso se il Carpi è primo in classifica. Conosco diversi giocatori tra cui Romagnoli col quale ho giocato insieme in passato. Ho incontrato il Carpi anche nelle stagioni giocate in Lega Pro ed è un avversario da temere, ma come lo sono tutti. La squadra gioca assieme da tanti anni e dobbiamo stare molto attenti, in più arriveranno a Masnago col dente avvelenato per aver perso contro il Livorno, ma noi siamo più arrabbiati di loro».

Elisa Cascioli