Dopo la lettera aperta inviata da Gianfranco Ponti al sindaco qualche giorno fa, e la conseguente risposta di Castelli che aveva chiesto delucidazioni sui soci e sui numeri effettivi dell’offerta, il manager 55enne che opera nel settore finanziario, figlio di Vittorio (DG della Ignis e braccio destro di Giovanni Borghi), ha sciolto nuovamente gli indugi con un’altra lettera stavolta indirizzata direttamente ed esclusivamente al Presidente di “Varese nel Cuore” e a tutti i consorziati. Quattro pagine scritte, all’interno delle quali Ponti ha formalizzato l’offerta per il 50% delle quote di Pallacanestro Varese spiegando ulteriormente quello che lui definisce “Progetto Varese”.
La passione per il «nostro basket», nata e cresciuta fin da quando era bambino, e l’amarezza nel vedere tante «famiglie varesine con ingenti patrimoni» non lanciarsi per fare da traino alla ripresa economica e culturale, sono i motivi che spingerebbero Ponti ad addentrarsi in questa avventura, nonostante «negli ultimi 50 anni gli imprenditori che hanno fatto grande Varese, a partire dal mitico Commendator Borghi e la sua famiglia», hanno spesso subito «l’ingratitudine cittadina» una volta ceduta la società.
«L’Azionista unico del veicolo candidato alla sottoscrizione del 50% del capitale sociale della Pallacanestro Varese e ad assicurarne la gestione sarà il sottoscritto», ha proseguito poi Ponti, specificando che «malgrado il desiderio di alcuni amici di far parte, con quote ridotte, dell’azionariato di SPH, ad oggi non ho nessun impegno a cedere tali quote poiché ritengo che, entro la data dell’auspicata finalizzazione di un accordo tra il Consorzio e SPH, altre persone oggi non identificate ma più utili alla causa della Pallacanestro Varese, potrebbero manifestarsi».
Ed ecco il punto più caldo, quello legato all’impegno economico.
«Ecco pertanto la proposta di assicurare tali risorse tramite un aumento di capitale sottoscritto per 500.000 euro da SPH e per la differenza dal Consorzio, che naturalmente si farà anche garante e coprirà in contanti le eventuali perdite o minusvalenze identificate in bilancio. […] SPH ed il Consorzio s’impegneranno a sottoscrivere pariteticamente anche nell’anno successivo, un ulteriore aumento di capitale di 1 milione di euro, assicurando così alla Pallacanestro Varese un budget uguale o superiore a quello dell’Annata Dunston», indicata precedentemente come l’ultima annata di successo. «In conclusione il Progetto Varese assicurerà alla Pallacanestro Varese risorse ADDIZIONALI per circa 2 milioni di euro nel prossimo biennio, portandola a poter competere per obiettivi ancor più ambiziosi». È previsto un cospicuo investimento per l’attività giovanile (250.000 euro l’anno), anche se «non siamo oggi in misura di poter discutere in merito all’annata 2017-2018, ma riteniamo che la progressione di risultati ipotizzata ed un profondo lavoro gestionale porteranno la Pallacanestro Varese ad assicurarsi risorse ancora più ingenti e con un miglior equilibrio finanziario».

Questa, di fatto, è l’offerta di Ponti che Castelli discuterà insieme ai consorziati in occasione di una riunione informale “straordinaria” convocata per giovedì prossimo. Analizzando il testo restano comunque alcuni dubbi e ci sorgono spontanee alcune questioni/domande.
Ponti parla di dividere a metà le quote relative al capitale sociale di Pallacanestro Varese; non dimentichiamo, però, che il Consorzio dovrà comunque garantire la quota di adesione annuale a “Varese nel Cuore”, che quest’anno, ad esempio, si è aggirata intorno ai 600-700 mila euro (ma potrebbe aumentare nel caso di nuovi ingressi nel consorzio). Gli attuali proprietari, dunque, oltre ad assicurare questa cifra dovranno “sborsare” altri 500.000 euro per il capitale sociale della società biancorossa. Il totale, indicativamente 1.700.000 all’anno (il milione diviso tra Consorzio e SPH più i 700.000 euro della quota di adesione a “Varese nel Cuore”), non è quindi bilanciato al 50% nel rapporto tra Ponti-consorziati, con il manager che gestirebbe meno del 30% del totale. Ne consegue che dei 2.000.000 di euro previsti per il prossimo biennio (destinato alla sola Pallacanestro Varese) la metà sarà a carico delle aziende del Consorzio che non necessariamente potrebbero continuare la collaborazione in queste condizioni e a queste cifre.
Secondo dubbio. In tutti questi anni il Consorzio ha sempre messo la faccia coinvolgendo sponsor ed amici. Siamo sicuri che questi rimarrebbero vicini alla Pallacanestro Varese anche con un Consorzio “meno potente”? Nell’eventualità in cui ci siano defezioni, sarebbe in grado Ponti di ricercare sponsor oppure lascerebbe l’ingrato compito a “Varese nel Cuore” come riferito nella prima lettera?
Ora spetta ai consorziati decidere il da farsi, chiamati a decidere se accettare le condizioni poste da Ponti (la cui offerta, come detto più volte, è sicuramente ambiziosa) o continuare sulla strada intrapresa fino ad oggi.

Marco Gandini