Ripescaggio? Un affare a sei zeri. In attesa del prossimo Consiglio di Lega che farà chiarezza sui requisiti necessari ad accedere alla riammissione tra i professionisti, i nuovi parametri finanziari richiesti dalla FIGC esigono qualche doverosa nota a margine. Il ripescaggio sarà dunque roba da ricchi con fidejussione (senza sconti) di 600.000 euro e analoga cifra da versare a fondo perduto. Di fatto, una super polizza di assicurazione che dovrebbe allontanare affaristi e maneggioni. Insomma, la signorina fidejussione è diventata, a tutti gli effetti, una signora.

La patente di solvibilità non sarà però sufficiente al reintegro nella terza serie perchè andrà miscelata con criteri più strettamente tecnici la cui pubblicazione avverrà (come detto) nell’ambito del prossimo Consiglio che si terrà entro fine mese. Sulla falsariga di quanto avvenuto la stagione scorsa, l’ottenimento della Licenza Nazionale dovrebbe passare attraverso una graduatoria stilata secondo il seguente cocktail:
– 50% per la Classifica Finale dell’ultimo Campionato;
– 25% per la Tradizione sportiva della città (10 punti per ogni stagione in Serie dal 1929/30 ad oggi, 7 per ogni stagione di B e via così);
– 25% per il numero medio di spettatori dal 2009/10 al 2013/14.
Nessuna deroga verrà concessa sui criteri infrastrutturali (leggasi stadi a norma), mentre verranno esclusi dalla contesa tutti i club già beneficiati da questa misura negli ultimi 5 anni.

Pro Patria in pole position? Ecco, non proprio. Perchè nonostante la già annunciata rinuncia del Real Vicenza (con conseguente trasferimento a Treviso) e la situazione traballante di realtà come Monza e Barletta, il futuro tigrotto è annodato a doppio filo alle determinazioni di Vavassori e all’inchiesta “Dirty Soccer”. Se il processo prossimo venturo dovesse infatti sanzionare la Pro per illecito sportivo, le porte della Lega Pro sarebbero definitivamente chiuse. A meno di non disporre di un ottimo avvocato. O di un improbabile cambio delle regole in corsa.
Del resto, chi potrebbe permettersi oggi di scucire sull’unghia 1,2 milioni di euro per riconsegnare a Busto il professionismo appena svanito? Ah saperlo…

Giovanni Castiglioni