Scandicci è un comune che si trova nella zona collinare a ovest di Firenze. Il nome potrebbe derivare dal verbo latino “scandere” (salire), a indicare il cammino per raggiungere il villaggio. All’attuale Scandicci Alto viene anche attribuito il nome scientifico del pettine di Venere, una pianta molto diffusa nella zona, chiamata anche scandula.
Nel 1774 con la riforma leopoldina (quella della leggi criminali toscane che abolisce la pena di morte) è istituita la comunità di Casellina e Torri (vecchio nome di Scandicci). La cittadina incrementa il numero di abitanti con l’annessione delle piccole comunità circostanti di Cintoia, Marignolle e parte di Soffiano. A far triplicare la popolazione è però l’ondata di immigrazione di persone provenienti da Firenze e da altre parti della Toscana. Lo stemma del comune è adottato nel 1929 e presenta il simbolo araldico della città di Casellina e Torri.
La pallavolo a Scandicci arriva attorno agli anni Settanta grazie alla Polisportiva Club Sportivo Robur. Ad accendere l’interesse per questo sport è la Valdagna, squadra che nasce nel 1968 e che ha un’annata di vittorie a ripetizione, con dieci terribili ragazze della scuola media statale Giunti guidate dal professor Raffaello Giuntini. Promozione in B e quattro scudetti italiani, uno Under 18 e tre Arista Scandicci Football clubassoluti. Alla fine degli anni Ottanta c’è la fusione con la pallavolo Scandicci, erede della famosa Valdagna, e cresce anche il settore maschile. Con l’arrivo di una delle più grandi attività imprenditoriali presenti sul territorio, la Savino Del Bene, la prima squadra femminile raggiunge la serie A.
Come in molte altre zone del fiorentino, a Scandicci si gusta della carne ottima. Un esempio è l’Arista alla Toscana, carne di maiale cotta allo spiedo o rosolata in forno e aromatizzata con trito di aglio, rosmarino, semi di finocchio, sale e pepe.

Simona Romaniello