Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una ‘mamma delusa’ dal mondo del calcio giovanile. Sono all’ordine del giorno i problemi creati dai genitori sugli spalti dei campi da calcio dove i loro figli, con il solo obiettivo di divertirsi, pensano a dare calci ad un pallone.
Non abbiamo ricette, non abbiamo medicine. Cara mamma  ti possiamo rispondere (foto a lato) con il cartello appeso nel campo del Pontecorvo, loro, come noi, ti comprendono appieno.

Cartello genitori“Buongiorno, mi presento. Sono la mamma di due giovani calciatori di 12 e 13 anni, da quattro nel mondo del pallone, felicemente inconsapevole di quanta cattiveria, ignoranza e stupidità governa gli animi dei tanti genitori che come me seguono i propri figli… fino a poche settimane fa.
Per vari motivi i miei figli quest’anno hanno cambiato società e io da ingenua e “felicemente inconsapevole” pensavo di trovare un nuovo gruppo, una nuova “famiglia”, insomma di continuare a essere inconsapevole.
Purtroppo, ho trovato una nuova e triste realtà e dopo solo due mesi posso dire di essere veramente incredula, delusa e, purtroppo, consapevole.
Ho trovato due gruppi di persone che definire tali è una parola grossa. Cattivi, egoisti, maleducati con gli adulti ma soprattutto con i bambini, tutti convinti di aver cresciuto un mini Maradona, tutti convinti di sapere tutto di calcio e per niente votati all’accoglienza dei “nuovi arrivati”.
E’ vero, ero abituata bene, una piccola oasi felice, ragazzi che si adoravano, genitori uniti e, il chè non guastava, una squadra vincente. Purtroppo le favole finiscono, le cose cambiano, si deve voltare pagina ma vi assicuro che oggi mi vergogno io per queste persone e mi chiedo che razza di uomini potranno essere dei ragazzi che vengono cresciuti in questo modo.
Oggi si perde sempre, i genitori urlano insulti all’allenatore, all’arbitro e ai ragazzi, sia propri che avversari e questo mi fa male. Perchè mi rendo conto ancora di più di quanto mi manca quel mondo dorato che probabilmente non troverò da nessun’altra parte e perchè devo “abituarmi” a far giocare i miei figli in ambienti deprimenti come questo. E’ la loro passione, non gliela posso togliere!
Ma le società in tutto questo dove sono?
I presidenti li vedi sempre e solo all’inizio dell’anno e a gennaio, belli sorridenti, quando devi pagare la quota e poi se ne strafregano di tutto quello che succede in campo e fuori ai loro ragazzi.
Lo ripeto, sono veramente… non mi vengono le parole!
Lo so che questo mio piccolo sfogo non serve a niente, ma questa sera ho sentito proprio l’esigenza di metterlo nero su bianco, perchè anche se parli a volte il rumore dell’ignoranza copre le tue parole!
Scusate il disturbo”.