Quante volte capita che tu, tifoso di una squadra di provincia, tifoso di quei calciatori che danno l’anima indossando la maglia della propria città, ti ritrovi d’un tratto, da una domenica all’altra, a non veder più scendere in campo quel ragazzo a cui ti eri tanto affezionato? E quante volte succede il contrario, succede che tu, ragazzo che dietro al pallone corri da una vita, ti ritrovi a dover fare una scelta che non ti aspettavi, a dover salutare quei compagni con cui hai condiviso di tutto e di più, a dover prendere quella maglietta che per una lunga serie di domeniche hai bagnato di sacrificio, e a piegarla e riporla in un cassetto?
E’ la dura legge del calcio. E’ la dura legge del calciomercato. La finestra invernale poi, quella che è in atto, riserva manovre che ti aspetti ancora meno, e che talvolta lasciano con un po’ di amaro in bocca sia ai tifosi che agli stessi giocatori. matteo caristina festeggiamenti
E’ il caso di Matteo Caristina, difensore del Busto 81 che questa maglia se l’era cucita addosso tre anni fa e che da qualche giorno ha intrapreso una nuova avventura, sempre in promozione con la Castanese, come anticipato qualche giorno fa da Varesesport. “Quest’anno ho avuto pochissimo spazio e si sa che stare in panchina non piace a nessuno, ecco perché ho deciso di accettare una nuova sfida, per tornare ad essere protagonista sul manto verde”, afferma il difensore 24enne. “La Castanese mi ha cercato e voluto fortemente – prosegue Caristina – ha fiducia in me, voglio far bene e ripagarli con un ottimo girone di ritorno che si concluda con la salvezza”. Mettere quasi tre stagioni, così intense, nell’album dei ricordi non sarà facile: “Sono legatissimo al Busto 81, in così poco tempo ne abbiamo vissute tante: sono arrivato qui in punta di piedi ma mi sono trovato subito a mio agio, è stato come entrare a far parte di una famiglia; al mio primo anno qui siamo andati in finale playoff in prima categoria e abbiamo vinto, l’anno scorso ci siamo giocati la promozione, per la prima volta nella storia di questa società, a testa alta, ed ho anche avuto l’onore di essere nominato capitano, ad oggi resto l’allenatore degli esordienti 2003, ecco un altro motivo che mi lega a questi colori, e per cui vorrei fortemente che questo fosse un arrivederci”. Infine: “Avrei tanti grazie, per tante persone, ne cito una su tutte, Danilo Agrelli, un dirigente ed una persona straordinaria, ma in generale a Busto c’è un ambiente ed un clima perfetto, ideale per chi gioca a calcio come lo faccio io, non mi stancherò mai di ripeterlo, il Busto 81 è una famiglia”.
La verità è che ci sono persone che possono passare secoli in un luogo e non riconoscerne l’odore, i dettagli, paragonandolo “solo” e “semplicemente” ad un campo da calcio, ad altre, invece, basta oltrepassare la soglia di un cancelletto, magari mezzo arrugginito, per sentirsi a casa. Senso di appartenenza, emozioni uniche, ringraziamenti sinceri, passione viscerale e famiglia: fortuna che lo chiamano “calcio dilettanti”.

Mariella Lamonica