Autogestione: istruzioni per l’uso. Cioè, come provare a salvare la baracca mettendolo in saccoccia al lato oscuro della forza. Fantascienza? Può darsi, ma se a Vicenza i giocatori del Real (prossimo avversario tigrotto) hanno disertato l’allenamento in dissenso con la proprietà per il cambio di panchina (fuori Marcolini e dentro Favaretto), alla Pro Patria, a occhio e croce, rischia di accadere l’esatto contrario. Assente mister Tosi (ufficiosamente per un attacco influenzale, in realtà già sollevato dall’incarico ma, chissà perchè, senza ancora conferme ufficiali), l’attività settimanale si è riaperta ieri con due attese cattive notizie (3 giornate a Calzi e 1 a Serafini) e una emergenza da risolvere. E se alla fine fosse proprio la squadra a levare le castagne dal fuoco? In assenza di alternative (e con il supporto di una piazza in piena ebollizione), potrebbero essere i giocatori biancoblu a prendere in mano la situazione. In che modo? Tagliando fuori quella mezza dozzina di collegiali a borsa di studio che, grazie alla gestione del governo ombra (e ai silenzi di Vavassori) ha prodotto la classifica attuale. Ovviamente con una guida tecnica che non sia però un clone di chi ha dimostrato una certa abilità con le convocazioni sotto dettatura. Non è da escludere quindi che possa essere richiamato Lulù Oliveira. Un compromesso che salvi le apparenze modificandone la sostanza. Intanto questa mattina alle 10.30 secondo allenamento settimanale affidato (salvo sorprese) a Fabio Castellazzi. Alla Pro Patria vivere alla giornata è ormai una consuetudine.

Giovanni Castiglioni