Manca veramente poco e poi sapremo se il calcio a Varese potrà continuare oppure sparirà. Nel frattempo, facendo un giro per lo stadio “Franco Ossola”, la desolazione regna sovrana. Alla mattina cancelli chiusi, nel pomeriggio si apre uno spiraglio per i cinque affezionati tifosi che ‘presidiano’ la zona: “Noi siamo qui. Aspettiamo che ci venga detto qualcosa”, ci dicono. “Un anno senza calcio a Varese? Non ci vogliamo nemmeno pensare”, aggiungono scrollando la testa china per il caldo e la tristezza.
carrello allo stadioTristezza che ci assale quando entriamo sul manto erboso dello stadio: erba alta, incolta, forse comunque bagnata dal buon ‘Vanoni’ che di questo pezzo di terra ne fa una ragione di vita; diversamente sarebbe tutto secco. Le margheritine fanno il giro del campo come tanti calciatori in fila, che però non ci sono, nei primi giorni di preparazione. Un carrello della spesa, alcune porte appoggiate qua e là. Un “Franco Ossola” così non si può vedere, non è ammissibile, se si pensa che solo due mesi fa il Pescara di Baroni, perdendo, ha rischiato di mancare la qualificazione ai playoff per la serie A.
Che il Varese nasca al più presto, che l’erba venga curata, gli spalti ripuliti per essere pronti ad ospitare, il prossimo 6 settembre, la prima giornata di campionato.

Ulisse Giacomino