A volte non basta, non basta fare una stagione ad alto livello e non basta raggiungere gli obiettivi che ti sei prefissato, non basta avere in squadra pezzi pregiati e molto richiesti, e nemmeno regalarti la semifinale playoff, per andare oltre, per essere pienamente soddisfatti e per autoconvincersi che quel sogno fosse davvero tanto irraggiungibile. Non basta perché i dettagli hanno fatto la differenza, perché la fortuna in certe occasioni non ti ha sorriso, perché il calcio è fatto di episodi e variabili che non sempre dipendono dai protagonisti, e perché se riavvolgi il nastro ti accorgi che in qualche occasione, si sarebbe dovuto e potuto fare meglio.
E’ questo ciò che è successo alla Valceresio, squadra militante nel campionato di prima categoria, che ha raggiunto la quarta posizione in classifica e la semifinale playoff, poi pareggiata 0 a 0 con il Cas che in virtù del 3° posto si è guadagnato l’accesso al turno successivo.
CasaroliUna stagione senza dubbio positiva, fatta di mille soddisfazioni, che però lascia qualche strascico di amarezza per una finale assaporata, sognata e sfumata proprio quando sembrava raggiungibile. “Ad agosto avrei firmato per un anno così, poi quando ti rendi esattamente conto di tutto ciò che hai intorno e di quanto ti piaccia ballare quando sei in ballo, è normale avere un po’ di rammarico e qualche rimpianto, ma in fondo questo è il calcio”. Sono le parole di Claudio Casaroli (foto a sinistra), mister che per il terzo anno ha guidato i ragazzi di Arcisate. “Fa male non arrivare alla finalissima per uno sterile pareggio, conquistato su un campo che purtroppo non ci ha permesso di esprimere al meglio il nostro gioco e con un arbitraggio alquanto sfortunato, ma non ho nulla da rimproverare ai ragazzi perché so che hanno dato tutto, non solo oggi ma sempre. Sono orgoglioso di loro – prosegue Casaroli – il calcio è anche questo e bisogna saper accettare il verdetto”. Una figura di riferimento accanto al tecnico è quella del preparatore dei portieri Alberto Tagliabue (foto a destra), che anche quest’anno ha saputo lavorare bene con Alessandro Di Rita tanto da consacrarlo come uno dei portieri più pronti della prima categoria: “Questo è un gruppo fantastico e non aver raggiunto la finale spiace molto per loro, che hanno lottato fino all’ultimo istante. Io, poi, sono fortunato a poter lavorare con un ragazzo come Di Rita, che prima di essere un grande portiere è un grande uomo. Una menzione va anche a Massimiliano Rusconi, bravo a farsi trovare pronto quando è stato chiamato in causa”. alby tagliabue
Viaggia sulla stessa lunghezza d’onda anche il direttore generale Michele Miani, appagato dall’annata: “Obiettivo playoff raggiunto, che era quello che c’eravamo prefissati, lo scontento arriva dal fatto che non ci siamo potuti esprimere al meglio in semifinale a causa di un terreno di gioco davvero penalizzante. Qualche mea culpa dobbiamo farlo per essere mancati nelle gare di ritorno con Antoniana e Borsanese, credo che con quei punti il campionato sarebbe finito diversamente. Ci è mancata un po’ di freschezza soprattutto nella fase finale e l’abbiamo pagata”. Non mancano però i progetti per il futuro e la voglia di ripartire: “E’ tutto in fase embrionale, prima della fine del mese non sapremo nulla, potremmo dare un volto nuovo alla Valceresio o provare ancora a giocarci la prima categoria, purtroppo bisogna anche adeguarsi ai tempi che corrono, certo è che faremo di tutto per lavorare bene così come lo abbiamo fatto negli ultimi tre anni”.
Una stagione da record anche per Misir Memaj, 23enne bomber della Valceresio che non ha tradito le aspettative mettendo a segno ben 22 reti, capocannoniere a parimerito con Massimo Colace. “Sono soddisfatto ma avrei potuto fare di più, soprattutto nel girone di ritorno, dove ho avuto qualche acciacco e non mi sono allenato molto, questa cosa purtroppo mi ha un po’ penalizzato“, commenta il centravanti, che poi prosegue: “In generale è stata una stagione positiva, ci eravamo dati l’obiettivo dei playoff e lo abbiamo raggiunto, peccato Misir Memaj 5sia mancata la ciliegina sulla torta. Siamo cresciuti e maturati molto, ma forse qualcosa ci è mancato…”. Cosa? “Sicuramente qualche ricambio, un po’ di esperienza e un po’ di concentrazione nei momenti cruciali, ma credo comunque che abbiamo fatto un bel percorso”. E se dovessi citare la vittoria più bella? “Senza dubbio quella in casa dell’Antoniana, quando abbiamo ribaltato la situazione negli ultimi 5 minuti, passando da 2 – 0 a 2 – 3, e non parlo della tripletta personale parlo di un momento di crescita collettivo che ci ha reso più consapevoli delle nostre forze e che ci ha unito ancor di più”. Memaj, eletto prima dai mister e poi dai lettori di Varese Sport come uno dei giocatori simbolo di questa categoria, non è voluto mancare alla serata del 4 maggio, della quale ha apprezzato non solo il riconoscimento personale (per lui 2° posto dietro Mattia Cinotti), ma anche il poter scoprire le storie di campioni diversi rispetto al proprio sport. Infine uno sguardo al futuro: “Giocare in qualche categoria superiore è un’idea che mi stuzzica, non lo nascondo, ma prima parlerò con la Valceresio e poi deciderò. Il mio grazie va alla società, al mister, ai miei familiari che mi seguono sempre e a tutti i miei compagni: siamo un gruppo che equivale davvero ad essere una famiglia. Non so quello che accadrà ma gioco ad un livello in cui gli uomini vengono prima e contano molto di più dei calciatori, e sono contento di essere circondato da questi uomini”.
E quando queste parole emergono da chi più e più volte avrebbe potuto accettare sfide diverse, forse hanno ancora più peso. “Mi hanno cercato altre squadre anche durante l’anno, ma quando si sceglie di condividere un progetto ci si assume una certa responsabilità e bisogna avere il coraggio di portarlo a termine dando tutti se stessi”. Uomini prima ancora di essere calciatori, appunto.

Mariella Lamonica