Il Varese Calcio Femminile cambia quartier generale, ma lo fa non senza polemiche. La squadra non giocherà e non si allenerà più al campo di San Fermo, a Varese. Società e Comune non hanno trovato l’accordo sul rinnovo della concessione del terreno di gioco che è stato allora designato ai Gorillas, formazione di football americano. Ma quello che al club biancorosso non va proprio giù e il dover demolire la struttura ricreativa, un locale di circa 70 mq, messa in piedi con tanti sacrifici, soprattutto economici. “Ci hanno detto di lasciare il campo e di provvedere a demolire la struttura costruita da noi stessi senza l’aiuto di nessuno – spiega il presidente Gianluigi Dorizzi -. Gli accordi col Comune erano chiari: avremmo avuto uno sconto del canone e un prolungamento della concessione provvedendo da soli a costruire l’area riparata di cui avevamo bisogno, ma così non è stato”.

La concessione scadeva a giugno 2015 e nei mesi precedenti il club ha provveduto a chiedere il rinnovo proponendolo di tre anni con la possibilità di rientrare dei debiti che ammontano a circa 10mila euro. “Il Comune non ne ha voluto sapere e ha bocciato la nostra richiesta proponendoci di rientrare del debito nel giro di un anno e di versare 4mila euro a stagione – spiega Dorizzi -. Sottolineo che le utenze sono tutte a carico nostro. A nostro parere c’era chi ambiva ad ottenere il centro risistemato in gran parte da noi. Persino gli stessi genitori delle ragazze si sono esposti, ma non c’è stato nulla da fare”.
La Giunta ha proposto soluzioni diverse, come ad esempio destinare alla squadra il campo di Calcinate degli Orrigoni: “Ma lì non ci sono le porte – rincara Dorizzi -. E risulta difficile giocare a calcio senza pali e reti. Non potevamo accettare quella soluzione. Ci sentiamo sfrattati dalla nostra città”.

La squadra, attualmente iscritta al campionato Csi e che raduna in totale venti giovani ragazze, ha trovato una soluzione alternativa tornando al campo di Induno Olona, casa biancorossa qualche hanno fa. “Abbiamo trovato una soluzione e, senza far polemiche, volevamo rendere pubblica la nostra situazione – conclude Dorizzi – Il campo non era solo un luogo dove disputare le partite, ma un vero e proprio ritrovo. Ad esempio nel giugno scorso vi abbiamo organizzato un torneo per ricordare Isabel (la diciassettenne trovata morta nei boschi a Caldana, ndr). Siamo molto amareggiati per la vicenda”.

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Elisa Cascioli