Ancora abbagliati dai paesaggi, il lungomare versiliano e l’infinite pinete di Castiglione della Pescaia, la tappa di ieri ci offre 110 km di campagna distesa nell’etrusca Tuscia. Tarquinia ci ha lasciato quel piacevole sapore salmastro del mare. Ma di ben altri sali hanno bisogno i trenta pedalatori biancorossi per sconfiggere il caldo della piana agro pontina. Il ritmo è piacevole, dopo le splendide ondeggianti colline toscane, la distesa romana ci permette di tenere un ritmo relativamente turistico. Palme riverenti ci vedono sfrecciare verso Civitavecchia, il movimento del porto è ancora sonnacchioso.
Rettilinei infiniti costeggiati da oleandri e bouganville, offrono tinte di ogni colore. Qualche gregge sparso nei campi appena falciati dal grano. Superiamo il castello di Santa Severa, peccato esserci fermati poco prima, meritava uno scatto con tutta la squadra, quindi lo sfioriamo irriverenti della sua maestosità. Il navigatore ci segnala che siamo a 35 km dalla Capitale, quindi ultima sosta di ristoro e ricompattamento del gruppone.
Ecco Roma. Le bici puntano sul monumento più famoso del mondo. Foto di rito dopo il ricongiungimento con amici e parenti che ci aspettavano sotto l’anfiteatro Flavio. Oggi giornata di riposo, per poi affrontare la tappa più impegnativa di 190 km. Passaggio dal Lazio all’Abruzzo con  erte salite che ci porteranno a L’Aquila.

C.F.

LA SECONDA TAPPA