Per un attimo ci eravamo anche cascati. Solo un attimo eh, poi è subentrato il solito cinismo. Ma per un breve, intensissimo e illusorio attimo abbiamo davvero pensato che questa volta Pietro Vavassori sarebbe uscito di scena senza sbattere la porta lasciando amichevolmente ad altri il compito di risollevare una Pro Patria umiliata e offesa dalla retrocessione nel dilettantismo e dagli annessi magheggi che sappiamo. Una soluzione inevitabile, forse addirittura ideale, per chi, da un pezzo, dichiara di avere a noia Busto ed i bustocchi (salvo eccezioni, s’intende). E invece? E invece nisba anche questo giro perchè la trattativa di cessione a Testa & Friends pare sia definitivamente tramontata.

Agli indizi chiari, precisi e concordanti già disseminati nelle scorse settimane nelle pieghe della vicenda, si è aggiunto in mattinata sulle colonne del quotidiano La Prealpina anche lo sfogo di Stefano Ragazzoni, possibile DT dello sfumato nuovo corso biancoblu. Va da sè che le parole dell’ex Voghera (“Vavassori ci ha tenuti in ballo per venti giorni ma aveva già deciso di andare avanti, tanto da impostare il progetto tecnico incurante delle nostre richieste. E’ una presa in giro”) esprimano la sua opinione personale e come tali vadano derubricate. Ma è quantomeno curioso (questo il patron dovrà concederlo) che chiunque si sia avvicinato (in epoca vavassoriana) agli uffici di via Cà Bianca, abbia tratto la stessa identica impressione. Mistero della fede tigrotta che non ci aspettiamo venga svelato a stretto giro di posta.

Nelle more si attendono le mosse di Patrizia Testa e dell’altro potenziale socio Tiburzi. Per loro possibile comunque un ruolo in società. Ma, a occhio e croce, da comparse. E’ la legge del più forte. Che allo “Speroni”, ormai da 5 stagioni, risponde a generalità ben precise. E ad un progetto sportivo altrettanto definito. Lo hanno reso plastico ieri in sala stampa anche Alessandro Merlin e Paolo Tomasoni che, a turno, hanno fornito una traccia della Pro Patria che verrà. “Stiamo lavorando anche su ’97 e ’98. Non può essere un programma di corto respiro” (Tomasoni dixit). “L’idea è quella di formare dei giovani da lanciare poi in Lega Pro” (farina del sacco di Merlin).

Più chiaro di così. Il film in cartellone è questo. Buio in sala. Anzi no. La luce, meglio tenerla sempre accesa.

Giovanni Castiglioni