Rinviata a data da destinarsi l’ennesima puntata della soap societaria, il tentativo di approdo sotto il Sacro Monte di Ragazzoni e Tiburzi induce a battuta scontatissima: Vavassori, con una mossa (quella di mettere alla porta i due), ha rischiato  di salvare anche il Varese. Ipotesi peraltro non così paradossale se si pensa alla passata frequentazione del patron della tribuna di Masnago. L’operazione è poi comunque saltata.
Quanto sopra, con buona pace di Patrizia Testa, rimasta unica reduce dei furono Capitani Coraggiosi. Tenacia e passione dell’aspirante presidentessa tigrotta sono lodevoli. Ci mancherebbe. Peccato solo che si sia trovata e (temiamo) si troverà ancora a giocare una partita dall’esito già scritto.

Sul campo, intanto, prosegue il casting per formare lo scheletro di squadra che dovrà costituire la base della Pro Patria che verrà. Aspettando la prima scrematura, inutile esprimere giudizi. Fissate le amichevoli d’esordio con Fenegrò e Sestese (8 e 13 agosto), resta l’incognita della sede che accoglierà la Pro Patria nella seconda fase del ritiro (a partire, cioè, da settimana prossima). Sfumata l’ipotesi Arona, si valutano destinazioni a corto raggio. A determinare la scelta, la disponibilità logistica e (neanche a dirlo) il portafoglio.

Per chiudere, da registrare la pronta sterzata di Merlin sul tema “Speroni mutilato” (alias apertura ridotta dello stadio). Non esattamente una chicca da servire il primo giorno di raduno. Ma il neo DS è sveglio. Lo avevamo capito in pochi istanti. Gli stessi necessari a lui per comprendere che a Busto (più che altrove) la prudenza (nelle dichiarazioni) non è mai troppa.

Giovanni Castiglioni