“Il Leggiuno chiude. Sono sicuro di quello che dico non al 100 per cento, ma al 200 per cento”. Sono queste le parole nette e, a quanto pare, irrevocabili di Giuseppe Autovino, patron del Leggiuno, che, dopo 20 anni di onorata presidenza, ha deciso di mollare tutto.

Dietro a questa sua presa di posizione, c’è una situazione economica difficile e la consapevolezza maturata negli anni di quanto sia complicato riuscire a fare sport ad un certo livello. “A Leggiuno il Leggiuno non interessa a nessuno, è un paese in cui non c’è amore per lo sport. Nessuno mi ha mai dato una mano, ma sono sempre stati tutti pronti a farsi avanti solo quando c’era la possibilità di avere riscontri economici – si sfoga Autovino -. Sono molto deluso da tutto e da tutti e, con gli anni, ho capito che il mondo del calcio purtroppo va così. Per risollevare le sorti di questa disciplina e di questo ambiente si dovrebbe fare tabula rasa e ripartire da zero a qualsiasi livello”.

Il motivo principale della decisione maturata dal presidente sta nel fatto che il Comune di Leggiuno ha negato il proprio sostegno al club e ha avanzato anche qualche richiesta. “Il Comune ci ha promesso vicinanza, cosa che invece non ha mai fatto perchè a pagare luci, acqua e le varie utenze sono sempre stato io di tasca mia“.
Autovino continua spiegando meglio la situazione e ricostruisce i fatti: “Sabato 1° agosto dell’anno scorso mi è stato recapitato un foglio da parte del Comune in cui mi si chiedeva di intestare a mio nome acqua, luce e metano; dovevo partire per le vacanze e ho rinviato la questione a fine agosto, una volta rincasato dalle ferie. Tornato a Leggiuno, ho risposto alle autorità competenti che mi sarei intestato di quanto richiesto solo se il Comune avesse donato il campo al Leggiuno Calcio senza che dovessimo pagare anche l’uso della struttura e del campo stesso. Ciò mi è stato negato e, pochi mesi fa, a gennaio, il Comune, non contento, è tornato di nuovo alla carica con me perchè mi intestassi le utenze. Io, però, non ci sto e, se la questione non dovesse risolversi positivamente, lascerò senza ombra di dubbio. Vorrei che l’amministrazione attuale, che è appena stata riconfermata, finalmente facesse un passo nella nostra direzione e ci desse un aiuto”.
Autovino è deciso a farsi da parte e al momento non c’è nessuno che è pronto a subentrargli: “Nessuno ha bussato alla mia porta, nessuno sembra amare il Leggiuno che così è destinato a chiudere. Forse in futuro si ripartirà, cosa che mi auguro, ma chiunque ricomincerà dovrà iniziare la scalata dalla Terza Categoria conclude il presidente –“. 

Laura Paganini