Adesso che gli danno tutti addosso, verrebbe (quasi) voglia di difenderlo. Così, per puro spirito di contraddizione. Anche lui, però, dovrebbe darci (e darsi) una mano perché, di questo passo, l’oroscopo gli metterà Saturno contro. Il soggetto è ovviamente Roberto Bonazzi. L’oggetto, le sue dichiarazioni nel post 0-2 con il Ciliverghe. Un’analisi troppo assolutoria per non sortire l’effetto contrario rispetto a quello (immaginiamo) sperato. “Stavamo giocando bene. Abbiamo fatto un buon primo tempo”. Ma non basta. “Loro con due episodi hanno girato la partita. Capita con un avversario così”.
Ecco, appunto. Ma benedetto allenatore, è ancora fresca la seconda sconfitta in quattro gare casalinghe e non si trova di meglio che appellarsi agli episodi? Peccato. Un’occasione persa. E non solo sul campo. Perché di risultati bugiardi in questi anni ne abbiamo visti parecchi. Ma quello di ieri non rientra certo nella categoria. Tutt’altro.

Si dirà, retorica del dopo partita. E infatti, le si dà il peso che merita. Ma il punto (come sempre) è un altro. E cioè la dimensione che la Pro Patria ha di se stessa e quella (invece) percepita all’esterno. Meno 10 dalla vetta (Pergolettese), meno 6 dal secondo posto (Monza), 2 punti (in 4 partite) contro squadre che la precedono in classifica. Tutti numeri impossibili da liquidare facendo riferimento alle sole circostanze avverse.
Dopo 7 giornate rappresentano invece il valore reale della squadra. A maggior ragione senza Mario Santana. Tutta colpa di Bonazzi? No, anzi. Il discorso va allargato. Troppi infatti gli imbarazzi mostrati in questo avvio di stagione per non mettere l’accento su una rosa non (ancora?) all’altezza di un campionato di primissima fascia. Una riflessione che facciamo già dal 22 agosto quando alcuni difetti di fabbricazione erano già chiarissimi. E ieri, il carico l’ha messo anche il tecnico biancoblu: “In questa categoria la differenza la si fa con la cattiveria in attacco. Noi abbiamo avuto pochissimo Cappai per problemi fisici e Bortoluz è ancora giovane. E’ un dato di fatto”. Della serie, consigli per gli acquisti. O, se vogliamo, ammissione di un errore estivo.

A margine del pareggio di Caravaggio (e della contestazione che ne seguì), Sandro Turotti dichiarò: “Non abbiamo mai detto che avremmo dominato come il Venezia o il Parma dell’anno scorso”. Verissimo. E infatti nessuno (o quasi) l’ha mai pensato. Però (questo almeno va concesso), a metà ottobre ci saremmo aspettati una squadra più pronta. Tanto più che (ed è solo un esempio), proprio il Caravaggio è a più 3 sui tigrotti pur essendo stato ripescato in Serie D solo il 5 agosto. Insomma, c’erano tempo e risorse per fare meglio. E tempo e risorse ci sarebbero ancora. Basta prenderne coscienza. Cosa (crediamo) che la società starà facendo in queste ore.     

Quindi? L’ineffabile Giovanni Trapattoni dice spesso che gli allenatori si dividono in due categorie: quelli esonerati e quelli stanno per esserlo. O a Bonazzi viene garantita fiducia, fornito massimo supporto (anche nella comunicazione) e assecondate le richieste (in particolare sulla punta), o (altrimenti), i reciproci destini andranno separati. Rilancio forte o divorzio. Le strade sono due. Non ne esiste una terza.

Giovanni Castiglioni
(foto Antonio Saia)