Il calcio (come il mondo) è bello perché è vario. A volte (visto che il tema è di stretta attualità), addirittura un mistero buffo. Venendo al dunque, perdere in casa 2-0 senza mai impegnare seriamente il portiere avversario farebbe pensare, nella migliore delle ipotesi, ad una gara di modesta qualità. Non alla Pro Patria dove la secca sconfitta con il Ciliverghe viene incassata con parecchia filosofia. Probabilmente anche troppa. L’analisi di Bonazzi è emblematica: “Abbiamo fatto un buon primo tempo. Loro con due episodi hanno girato la partita. Capita con un avversario così. Sono stati bravi in quelle due situazioni”. Tutto qui? No, c’è anche dell’altro: “Forse abbiamo giocato poco sugli esterni e perso qualche contrasto di troppo, ma abbiamo fatto la gara creando molto. Spesso abbiamo sbagliato l’ultimo passaggio. E anche qualche cross”. La scelta di sacrificare Pedone su Carobbio è letta positivamente anche a posteriori: “Penso abbia funzionato. L’avevamo preparata così”.
In filigrana affiora l’attuale inadeguatezza dell’organico. Causa assenze, ma non solo: “In questa categoria la differenza la si fa davanti con la cattiveria. Noi abbiamo avuto poco Cappai e Bortoluz è ancora molto giovane. E’ un dato di fatto”. Gli altri invece avevano Bertazzoli. Insomma, materiale per il mercato invernale. E, sotto sotto (ma mica tanto) una puntura di spillo alla società. Ma c’è ancora fiducia in Bonazzi? “Penso di sì. Ma non sono domande da fare al sottoscritto. Dobbiamo cercare di trovare una maggiore identità e vincere le partite”.
Privati del pensiero di Emanuele Filippini, il punto sulla seconda sconfitta (interna) stagionale lo mette Salvatore Ferraro, capitano di giornata e sindacalista a fine partita con la curva: “I tifosi hanno cercato di spronarci. Speriamo faccia bene come l’altra volta”. Sulla gara la posizione è bonazziana: “Avevamo preparato bene la partita. Peccato non averlo visto poi in campo. Gol di mano? Così mi hanno detto i miei compagni”. Sulla gestione tecnica il giudizio è tranciante: “L’allenatore sta lavorando bene e noi dobbiamo continuare a impegnarci. Da martedì dobbiamo rimetterci sotto”. Buoni propositi a parte, resta la sensazione di una squadra non ancora matura per la ribalta delle prime posizioni. E il tempo per diventarlo, comincia a scarseggiare.
Giovanni Castiglioni