Se siamo a fine partita a raccontare di un rusticano faccia a faccia alla ringhiera tra Bonazzi e un gruppo di ultras biancoblu è perché qualcosa è andato storto. Un confronto figlio del vorrei ma non posto che a Busto è più di un semplice tormentone estivo. In realtà, il mister non è dell’opinione: “È assurdo una cosa del genere alla terza giornata. Non scherziamo. Forse il pubblico qui andrebbe educato. Un pari a Caravaggio in questo momento ci può stare. Devono farci lavorare ed essere l’arma in più e non l’arma in meno”.
A dar man forte ci pensa Turotti: “La Pro Patria non è il Venezia dell’anno scorso. Qui c’è un progetto a lungo termine e non abbiamo venduto fumo promettendo chissà che. È anche una questione di educazione sportiva. Il Caravaggio è squadra di categoria. Qui ci sono dei ragazzi che potrebbero soffrire di questa pressione”.
La difesa d’ufficio passa al piano tecnico. Ancora Bonazzi: “Partiamo dal secondo tempo? No, partiamo dal primo giocato bene e con personalità. Nella ripresa eravamo troppo bassi e abbiamo sofferto. I motivi? Siamo calati. Non credo sia solo una questione fisica. Qualcuno non era a posto. Ad esempio ho dovuto cambiare Bortoluz e non c’era in panchina un centrocampista per fare una sostituzione diversa”. Per farla breve, un secco passo indietro. E con il Monza alle porte, l’analisi (interna) della gara dovrà essere impietosa.
Salvatore Ferraro è coperto e allineato: “In 11 contro 11 l’avremmo portata a casa. Abbiamo avuto anche qualche bella ripartenza. Abbiamo dei giocatori di qualità. Ma siamo all’inizio e c’è da lavorare. Cosa chiedo ai tifosi? Di starci vicini”. All’esterno della mini sala stampa del “Comunale”, Marito Santana ha una faccia che è tutto un programma e la chiacchierata fitta con il vice Bertoncelli lascia intendere sviluppi.
Ma la verità, come al solito, la dicono gli avversari. L’ipse dixit porta la firma di Marco Bolis: “La Pro Patria del primo tempo è una squadra che fa paura”. Già, basterebbe esserne consapevoli.
Giovanni Castiglioni