
Giornate di attesa in casa biancorossa che aspetta notizie dalla Federazione per sapere quale sarà la categoria per la stagione 2016-17 (Serie D o salto in Lega Pro?). Nel frattempo il ds Merlin e le figure dell’area tecnica proseguono il loro lavoro continuando a sondare e a contattare alcuni giocatori. Nella lista dei desideri è stato inserito anche Giampaolo Calzi (in foto con le sue bimbe Gaia e Greta), centrocampista classe 1985, che è nato a Varese e qui ha la residenza. L’ex tigrotto è reduce dalla vittoria del campionato di D con il Venezia, e il suo sarebbe proprio un profilo ideale sia nel caso di Serie D che di Lega Pro: 220 presenze in Serie C con le maglie, tra le altre, di Pro Patria, Perugia e Lecco oltre ad una ventina di gare giocate in Serie B con Ravenna e Catanzaro.
Il Varese non è l’unico club a volerlo. Ironia della sorte anche l’ex ds biancorosso, Mauro Milanese, ora alla Triestina (Serie D), sta trattando il giocatore e lo ha dichiarato apertamente in una intervista rilasciata a Telequattro durante la trasmissione ‘Sveglia Trieste’.
Milanese dà l’operazione per chiusa anche se Calzi rallenta: “Essere accostato a società importanti come Triestina o Varese fa sempre piacere. Ho chiuso la stagione con il Venezia da vincitore e ho un accordo di massima anche per la prossima stagione. Non nego – continua Calzi – che giocare a Varese sarebbe per me davvero il coronamento di un sogno, ho fatto il settore giovanile in biancorosso ma non ho indossato la maglia della prima squadra“.
Varese solo in caso di Lega Pro? “Assolutamente no. Varese rappresenterebbe per me una scelta di vita, la possibilità di giocare a casa e, come ho detto, la realizzazione di un piccolo sogno. Serie D o Lega Pro non cambierebbe nulla, se sposo il Varese, sposo il suo progetto“.
A che punto sono le trattative? “Con la Triestina c’è stato un contatto, con il Varese pure, così come con altre squadre. Fino al 30 giugno si fanno tante chiacchiere, poi da luglio si inizia a mettere nero su bianco e le trattative si concretizzano“.
Elisa Cascioli