Riduzione di pena per buona condotta. E’ quanto l’ordinamento giudiziario italiano riconosce a chi dà prova di attiva partecipazione all’opera di rieducazione. Ed è quanto, di fatto, è stato riconosciuto alla Pro Patria dal Tribunale Federale Nazionale della Figc nella sentenza del processo Dirty Soccer. A confermarlo uno stralcio delle motivazioni della sentenza rivelato in un’intervista a TuttoLegaPro.com dal segretario di Federbet Francesco Baranca: “Ritenendo meritevole di particolare considerazione la corposa attività preventiva posta in essere dalla società Aurora Pro Patria – che pur non obbligata, ha provveduto ad adottare il modello ex D. Lgs 231/2010, poi integrato da un codice antifrode, nonché sottoscritto un contratto con la società Federbet, per meglio vigilare sul flusso delle scommesse relative alle proprie gare – determina, come da dispositivo, la sanzione in danno della stessa, all’uopo attenuandone gli effetti”.

Quindi il robusto sconto di 13 punti (dal -20 richiesto al -7 assegnato) avrebbe avuto come inneschi il codice etico autoimposto dalla nuova governance tigrotta e la formalizzazione di un contratto di “vigilanza” con Federbet. Due giri di vite illustrati durante il dibattimento romano anche attraverso un accorato intervento in aula di Patrizia Testa.

Tra l’altro, il caso di specie ricorda quello (in parte) analogo già occorso nel recente passato al Novara. Il legale del club azzurro era allora (come oggi alla Pro Patria) l’avvocato Cesare Di Cintio. Coincidenze? Per nulla, visto che l’uomo che sussurrava ai cavilli è il vero bomber della stagione biancoblu. Riuscirà a metterla dentro anche in appello? L’auspicio è quello. E se la squadra non dovesse avere più tempo ed energie per sfruttare l’assist sul campo, chissà che non possa tornare utile anche l’estate prossima…

Giovanni Castiglioni