Emiliano Mondonico, Roberto Venturato e Oscar Brevi. Cos’hanno in comune? Magari nulla. E magari molto. Poco importa. Quel che è certo è che sono gli unici tre allenatori ad aver cominciato e portato a termine un intero campionato nelle ultime 10 stagioni sportive della Cremonese. Un privilegio che nella decade seguita all’ultima Serie B (2005/2006) è stato concesso (appunto) a tre soli tecnici. A fronte dei 15 che si sono passati (loro malgrado) il testimone. Compreso chi (e alludiamo a Venturato), il campionato è poi riuscito a vincerlo (proprio quest’anno) con il Cittadella. A dimostrazione che, parafrasando Marx (o, se preferite, Una poltrona per due) è l’ambiente (o il contesto) a fare l’uomo (o l’allenatore). E non viceversa.

La panchina grigiorossa, cioè, come un’implacabile centrifuga che negli ultimi 10 anni ha strapazzato ambizioni, carriere e campionati sull’altare dell’inseguimento alla serie cadetta. E la stagione in corso non ha certo fatto eccezione con Fulvio Pea giubilato dopo 21 turni causa decima posizione (a meno 5 dai playoff) non in linea con le aspettative. L’approdo di Fabio Rossitto ha cambiato la forma: 21 punti in 12 turni e ottava moneta in classifica. Ma non la sostanza: meno 10 dai playoff e spareggi promozione da guardarsi sul divano. Non proprio quanto previsto dal cavalier Giovanni Arvedi e da Gigi Simoni, rispettivamente patron e presidente della Cremo. Anche alla luce di un sontuoso mercato di gennaio che ha portato in riva al Po, tra gli altri, Suciu, Pesce e Sansovini. Ma, ancora una volta, non è bastato. Almeno Pea un record l’ha ottenuto. Rappresentare l’unico scalpo della tragica stagione tigrotta. Magari, non esattamente il primato di cui andare fieri.

E proprio il match con la Pro Patria (domenica ore 18, stadio “Giovanni Zini”) è l’insipido piatto servito nel menu della 32^ giornata. Due squadre con un unico grande obiettivo: finire al più presto il campionato e pensare (chi più, chi meno) al prossimo. Ergo, formazioni impronosticabili.
Soprattutto quella della Cremonese viste le assenze (per squalifica) di Bianchi e Pesce. Proviamoci comunque a spanne: 4-3-3 con Ravaglia tra i pali;in difesa l’ex Gambaretti, Russo, Marconi e Crialese; in mediana Scarsella, Suciu e (forse) la vecchia conoscenza Mariolino Pacilli adattato mezzala; Sansovini, Brighenti e Maiorino davanti. Ma (sia chiaro) è solo un abbozzo. In panca, oltre all’altro ex Guglielmotti, anche uno dei sogni proibiti del mercato di riparazione, la punta Simone Magnaghi.

Busto Arsizio (Varese) Lega Pro Gir A Campionato 2015/16 Pro Patria Cremonese Nella Foto:Come detto, all’andata (era il 12 dicembre) unica vittoria della stagione biancoblu: 1-0 con rete lampo dell’esordiente D’Alessandro. Roba da non crederci. E (infatti), non è più successo.
Nella storia dei due club, i precedenti in campionato sono complessivamente 49. Bilancio leggermente favorevole alla Pro Patria: 18 successi a fronte di 15 pareggi e 16 sconfitte. Nel conto (tanto per pescare dal mazzo), la prima gara in assoluto in Serie A (6 ottobre 1929, 4-2 all’allora “Comunale” di Busto per i tigrotti di Bekey), il nebbia gate (23 dicembre 2000, 2-1 per la Pro a 7’ dalla fine e confronto sospeso dall’arbitro Cavallaro di Legnago con rematch poi vinto dai grigiorossi) e la partita della stecca (14 dicembre 2014, 3-1 con pantomima poi finita nell’inchiesta Dirty Soccer).
Insomma, tradizione, colpi di scena, intrighi. Tutto quanto (c’è da crederci), domenica non ci sarà per nulla.

Giovanni Castiglioni