Una vera e propria lettera a cuore aperto, dove stima, riconoscenza, affetto, trasudano ed emergono ancor prima di una comunicazione importante attesa a lungo.
L’ultimo campionato di prima categoria ha avuto la fortuna di poter ammirare, fra gli altri, un giocatore dalle qualità sopraffine, che non ha bisogno di gloriose presentazioni o acclamazioni trascendentali, il suo curriculum calcistico parla da sè e la dice lunga su un ragazzotto di 37 anni che vanta la stessa passione ed entusiasmo di un calciatore alle prima armi. Senza, chiaramente, dimenticare la classe: quella è per pochi eletti e per chi ha saputo prendersi cura di un talento proprio come un dono prezioso. Cristian Caon il suo nome: c’è forse qualcuno che non lo conosce? Dopo un triennio spaziale alla Varesina, che è valso un’escalation dalla Promozione alla serie D, lo scorso anno arrivò una scelta che per certi versi stupì e che ridimensionò la vita calcistica del centrocampista. A settembre si ripartì dalla prima categoria, si ripartì da Morazzone, a maggio di nuovo in vetta, per festeggiare un titolo fortemente voluto e ampiamente meritato, nel mezzo una miriade di emozioni che hanno lasciato il segno e che meritano una menzione nero su bianco, come a volerle sugellare per sempre.
Ma oggi? Oggi cosa accade? Accade che il lungo pensare ha partorito una risposta che sa di nuova sfida, con il nome di Gavirate Calcio. “Il Presidente Foghinazzi mi ha convinto proponendomi un progetto importante, ed è per questo che ho sposato un’altra causa. Ringrazio chi mi ha offerto questa possibilità, alla quale penserò da agosto in poi dando tutto me stesso come ho sempre fatto, oggi, però, voglio dare spazio solo a questa scelta sofferta e a parole di affetto vivo per una società che in un solo anno mi ha dato tantissimo”. E nel lungo pensare trova appunto luogo una missiva tanto semplice e diretta, quanto pura, per quella società entrata nel cuore di Cristian.
“Quasi due mesi di riflessioni e finalmente la decisione di continuare ancora nonostante i numerosi impegni professionali e familiari. Già, una passione troppo grande, un fuoco che continua ad ardere. Ho deciso che la prossima stagione non indosserò più la maglia del Morazzone, società per la quale nutro stima e riconoscenza non solo per l’aspetto prettamente calcistico. Dopo lo straordinario triennio alla Varesina avevo deciso di ridimensionare sensibilmente i miei impegni sportivi. La scelta Morazzone sembrò da subito la più calzante per comodità ed impegno richiesto. Nonostante l’inizio di campionato stentato, è stata una cavalcata avvincente ed entusiasmante, una stagione intensa e gratificante condivisa con dei compagni e con un fratello di cui vado fiero: cullavo da tempo il desiderio di poter giocare almeno un campionato insieme a lui”. Una “confessione” profonda che non accenna ad arrestarsi: “Ho imparato ad apprezzare la lealtà e la grande dedizione di tutti, di ragazzi che definirei “professionisti” considerato che mettono gli scarpini da calcio dalle 19 in poi con una giornata di lavoro sulle spalle. E lo stesso discorso vale per lo staff tecnico che si è rivelato di categoria superiore e che ha lavorato egregiamente, ben al di là delle mie aspettative. Metodologie al passo coi tempi, tantissimo lavoro col pallone e grande intensità: con le dovute proporzioni, ho trovato linee di continuità con quanto fatto nel mio recente passato che si è sviluppato in altre categorie. Morazzone sta diventando un punto di riferimento concreto sul territorio, è una società viva che fa della progettazione il suo punto di forza, che ha una gestione oculata delle risorse, che non ha paura di investire nelle strutture e che per questo, ma anche per molto altro, sono certo abbia davanti a sé un futuro roseo”. Ed ecco la lista di ringraziamenti. “Detto ciò voglio ringraziare di cuore i miei compagni, lo staff tecnico, l’intera società Morazzone Calcio (in particolare Luigi Costa, Marco Dallo, Maurizio Compri e Marianna Zanrosso) per questa importante ed avvincente annata. La mia è stata una parentesi breve ma intensissima nella quale è stato raggiunto il massimo obiettivo senza esasperazioni e con la giusta serenità, non avrei mai potuto chiedere di meglio. Un grazie a tutti coloro che hanno seguito il Morazzone e che, in vari modi, mi hanno fatto sentire la loro vicinanza ed il supporto. Non mi resta che augurare a tutto il mondo rossoblù un sentito e sincero in bocca al lupo, con tutta la mia gratitudine”.
Parole posate, dal sapore di zucchero a velo, collocate al posto giusto al momento giusto senza alcun eccelso, ma solo con la riconoscenza più acuta di chi, prima di voltare pagina, ha deciso d’inchinarsi dinanzi ad un passato che non andrà mai troppo lontano dal cuore. I veri signori del calcio sanno ancora emozionarsi e far emozionare, i veri signori del calcio fanno esattamente così. Chapeau, Cristian.
Mariella Lamonica