Insieme a quelli del difensore Ferri e dell’attaccante Scapini, l’arrivo in biancorosso del centrocampista Giampaolo Calzi è stato un vero e proprio colpaccio sul mercato sferrato dal Varese che, grazie ad aspetti “extra”, ha vinto la concorrenza della Triestina degli ex Mauro Milanese e Giuseppe D’Aniello che avevano messo sul piatto un’offerta importante per aggiudicarsi il giocatore che invece ha deciso di tornare ad indossare la maglia del suo passato. E inoltre ha rinunciato al contratto che aveva col Venezia (rinnovo automatico in casa di vittoria del campionato), club col quale ha conquistato la Lega Pro nella passata stagione.

Calzi ha fatto una scelta di cuore. La sua carriera è iniziata proprio ai piedi del Sacro Monte: “A Varese ho trascorso 8 anni nel Settore Giovanileracconta -; ringrazio tutti, in particolare Tomasoni che ho avuto per più anni. Tornare qui, per me è un orgoglio e durante il raduno ho vissuto un’emozione forte Sognavo di indossare di nuovo questa maglia – dice l’ex Pro Patria – e ho fatto una scelta di cuore legata alla mia famiglia non pensando al discorso economico. Spero di restituire al Varese ciò che ha dato a me. Da qui è nato tutto”.

Sul nuovo gruppo dice: “Conosco mister Ramella; penso che il suo sia il giusto modulo (4-2-3-1 ndr) per giocare in D. Riguardo ai compagni, alcuni li ho avuti come avversari, ad esempio Scapini. Conosco Ferri, con lui abbiamo in comune il passato alla Pro Patria”. Pronto al derby? “Non vediamo l’ora, ma adesso pensiamo solo al Varese”.
Sarà lui ad indossare la fascia di capitano? “Questo non lo so. Deciderà sicuramente il mister. Ovviamente ne sarei orgoglioso”.

Capitolo campionato: “In Italia la Serie D è una categoria importante – osserva -. Vincerla equivale a disputare una C di metà classifica: nessuna partita è scontata, bisogna rimanere sempre sul pezzo. Se ti chiami Varese, le avversarie cosiddette ‘piccole’ scendono in campo con maggiori energie per poterti battere. Bisogna essere a attenti a tutti”.

Elisa Cascioli