Era difficile pensare che Attilio Caja ribaltasse la situazione in appena quattro giorni. Ciò che si poteva sperare, però, era che il cambio di allenatore responsabilizzasse i giocatori e stravolgesse quel trend di apatia generale che la Openjobmetis mostra dopo ogni momento difficoltà. E invece il triste spartito è stato lo stesso delle ultime gare: Varese ha fornito una prova piatta e incolore, l’ennesima di questa prima metà di stagione.

Ci sono delle attenuanti ed è innegabile: l’assenza di Eyenga per squalifica, dinanzi a una Venezia – ad onor del vero – che giocava con Tonut a mezzo servizio e senza Viggiano, ha tolto fisicità e pericolosità offensiva in transizione ai biancorossi. Non basta, però, per spiegare un primo quarto in cui Varese è sostanzialmente rimasta negli spogliatoi. Troppi tiri aperti concessi (Bramos ha avuto a disposizione cinque tiri dall’arco con spazio…), troppa confusione in attacco.

Il risultato, alla fine, è stato molto generoso con i ragazzi di Attilio Caja. Il coach ha dichiarato di essere rimasto soddisfatto della difesa negli ultimi trenta minuti e che il primo quarto, a conti fatti, è stato quello decisivo per l’esito della gara. Difficile, però, non valutare come la Reyer, dopo la prima frazione di gioco chiusa a +12, si sia anche trovata sul +27 nel terzo periodo e difficile anche non tenere in considerazione il fatto che gli orogranata, dopo quel massimo vantaggio, abbiano sostanzialmente staccato la spina, limitandosi a gestire il cronometro.

Il lavoro di Caja dovrà concentrarsi sugli aspetti che lo stesso coach ha evidenziato nella conferenza stampa di presentazione: motivazione e fiducia. La squadra appare completamente priva di energia e di carica agonistica. La partita con Reggio Emilia, in cui Varese si batté con orgoglio arrivando per prima su ogni pallone, resta ad oggi una nota isolata. La Openjobmetis fa fatica ad opporsi alla fisicità delle avversarie: appena il livello fisico si alza – lo si è visto soprattutto in Champions League – i biancorossi scompaiono dal campo.

Se da un lato quest’ultimo aspetto potrebbe essere dettato dalla composizione del roster, dall’altro è comunque innegabile che una componente mentale ci sia. Varese deve diventare pronta ad affrontare gli scontri, a prescindere dalle caratteristiche dei singoli giocatori, se vorrà fare un minimo di strada in questa stagione. I risultati non stanno arrivando e il problema non è certo una sconfitta contro una Venezia più forte e più in forma, ma quello che il pubblico del PALA2A vorrebbe vedere è una squadra battagliera e competitiva, in grado di non uscire dalla partita alla prima difficoltà.

Filippo Antonelli