L’impresa è compiuta. La soddisfazione in casa Varese è moltissima, come testimoniano le parole di Paolo Moretti: “Sono contento, stasera abbiamo fatto qualcosa di veramente importante, è sembrato facile, ma l’abbiamo fatto sembrare facile noi. Abbiamo giocato 30 minuti straordinari, con grande intensità: questo mi riempie d’orgoglio. Sono felice per i nostri giocatori che volevano questo risultato, così come per tutta la società, che ha creduto fin dall’inizio in questa manifestazione”. Che non è però stata facile: “Ci ha prosciugato energie mentali e fisiche e a volte anche io l’ho quasi maledetta… Ma oggi siamo orgogliosi di avere resistito in quei momenti e di avere tagliato un traguardo importantissimo. Ringrazio tutto il mio staff e il pubblico: stasera sono stati ripagati”. Venendo alla partita, il risultato non dice tutto del gap che stasera si è visto fra Varese e Anversa: “Siamo stati bravi a resistere in quelle parti del campo dove eravamo sotto fisicamente, cioè dal 3 al 5. Le nostre guardie sono state straordinarie, ma evidenzio la prova di Ferrero, Campani e soprattutto Kangur. A volte stasera mi sembrava ci fossero tre Kangur in difesa, a volte mi giravo per vedere se giocassimo in otto. Difensivamente è stato il Signore degli Anelli”. La partita di stasera e il conseguente ingresso alle Final Four è arrivato al termine di un percorso non privo di difficoltà, come evidenzia il coach: “Abbiamo iniziato la coppa come terza testa di serie – conclude Moretti -, siamo passati come secondi e abbiamo vinto due trasferte nel secondo girone. Così abbiamo avuto il vantaggio di fare i playoff in casa. Prima con i turchi, con un potenziale nettamente migliore del nostro, poi con Anversa, che fisicamente era messa benissimo”.
Coach Roel Moors entra in sala stampa scoraggiato: troppa Varese per la sua Anversa. “Voglio fare le congratulazioni a Varese, hanno meritato la qualificazione. Abbiamo giocato male difensivamente, e non abbiamo mai controllato Wayns e Wright: hanno fatto quello che hanno voluto”.
lu.mastro.
