Quando i numeri dicono tanto, o quasi tutto: 70 punti frutto di 21 vittorie, 7 pareggi e 2 sconfitte, 65 gol fatti e 23 subiti, che indicano di gran lunga il miglior attacco e la miglior difesa; la si riassume così l’annata del Morazzone, laureatosi campione in Prima Categoria con due turni d’anticipo.
BELFORTESE MORAZZONE44Partire con i favori dei pronostici alla vigilia di un campionato che si sarebbe poi rivelato per gran lunga equilibratissimo, è certamente un’esternazione che fa piacere ma non nasconde quel minimo di rischio che poi, in fondo, fa parte del mestiere. Le belle parole, le attese, tutto il fermento che può nascere intorno ad una squadra di calcio deve, necessariamente, lasciare posto ai fatti, al pallone che rotola sul campo verde, quel campo che, volente o nolente, dice sempre la verità. E quando il campo “ha cantato” la sinfonia era quella rossoblù del Morazzone che dopo due anni in questa categoria, torna in Promozione senza nemmeno passare dai playoff.

16-02-21 VARESE MORAZZONE CALCIO VS ISPRA CALCIO MARCO DALLOEppure non tutto è stato semplice come può sembrare da queste cifre. I playoff come più volte dichiarato dalla società, erano l’obiettivo prefissato ad inizio anno, per migliorare quanto fatto nella stagione scorsa, ma soprattutto nel girone di andata si è dovuti andare alla ricerca di un amalgama che ha trovato reale forma solo nel tempo.Siamo partiti come un cantiere aperto, vuoi per la rosa che si è composta pian piano, ma vuoi soprattutto per la struttura che è venuta pronta a settembreafferma mister Dalloabbiamo dovuto incastrare tutti i pezzi come un puzzle, prima di capire le nostre reali potenzialità, e per fortuna e per bravura ci siamo riusciti”. Non che avere una rosa con gente del calibro di Cristian Caon, Nicolò Berton, Matteo Ponti, Luca Mazzotta, Filippo Teseo e tutti gli altri, sia “roba da poco”: “Assolutamente no, pedine importanti che si sono messe a disposizione, che hanno espresso bene le proprie qualità, ma che soprattutto hanno costruito un gruppo unico, trovando insieme la strada giusta che poi ci ha portato a vincere”. Gruppo o blocco o meglio ancora “famiglia”, come spesso lo definisce il tecnico che ha il doppio ruolo di allenare anche la juniores, bacino importante da cui attingere, nonché soddisfazione ulteriore visto il terzo posto nel campionato regionale fascia A. “Non è facile seguire entrambe le categorieprosegue il tecnicoma ha anche i suoi vantaggi perché quando voglio attingere dai più giovani, so con chi ho a che fare conoscendo bene tutti i ragazzi, e il nostro obiettivo è continuare su questa linea anche per la Promozione, dove dovremo obbligatoriamente schierare  i 4 fuoriquota”. E a proposito di futuro Dallo ha le idee chiare: “Abbiamo creato un gruppo unico, non è certo nelle nostre intenzioni sezionarlo, anzi ho già parlato con tutti i giocatori e c’è la volontà di proseguire, poi ovvio che bisognerà tenere in considerazione le esigenze di tutti e di chi magari vuole giocare di più, però quando la maggior parte dei giocatori dimostrano un attaccamento alla maglia così forte, può voler dire solo una cosa, e cioè che hai lavorato bene e che la famiglia Morazzone funziona alla grande”.

Prima Categoria CaonDal direttore d’orchestra al più alto tenore del coro, il passo è breve: Cristian Caon dopo la Varesina, ha accettato la sfida Morazzone, retrocedendo di ben 2 categorie; ancora una volta ha saputo con i suoi acuti far venire la pelle d’oca a tutti i tifosi rossoblù e il “mal di testa” ai suoi avversari, costretti anche quest’anno a fare i conti con tutta la sua qualità. ”Ho accettato un’avventura che se forse all’inizio poteva destarmi qualche dubbio, ci ha messo poco a spazzare via ogni perplessità, perché nonostante la categoria (di tutto rispetto ma chiaramente diversa rispetto ad un’eccellenza), ho riscontrato subito tanta serietà, professionalità, organizzazione, e penso che sia questo che abbia poi fatto la differenza”, esordisce il centrocampista. Poi aggiunge: “Sono due i fattori predominanti qui, ovvero l’ambiente ben strutturato e coinvolgente, ed uno staff preparatissimo, che sinceramente mi ha stupito, così come mi ha stupito il mister, davvero preparato e a mio avviso con ancora ampi margini di miglioramento. Poi il resto lo abbiamo fatto noi giocatori che a partire da allenamenti intensi e a buon ritmo, non ci siamo mai tirati indietro, trascinando magari i più giovani, già comunque ben predisposti e volenterosi di loro”. Nonostante l’ennesima soddisfazione calcistica, il futuro è ancora un punto di domanda: “Ho famiglia e due bimbi piccoli, quando vado al campo so cosa lascio a casa quindi per me ogni allenamento è una finale di Champions, dò tutto, ed ho l’entusiasmo di un bambino di 10 anni, il giorno in cui verrà meno smetterò, di contro però so che ho una famiglia che non riesco a godermi a pieno avendo questo impegno…non lo so ancora, qui mi sono trovato benissimo, ma mi sono dato un tempo per riflettere e decidere”.

Mariella Lamonica