La verità è che non gli piaci abbastanza. Dopo 20 giorni di speculazioni, il paventato matrimonio tra Giuseppe Pirola e la Pro Patria potrebbe segnare una brusca battuta d’arresto. Pare infatti che a breve il numero uno di Unendo Energia (e patron della UYBA di volley) possa prendere ufficialmente le distanze dal possibile coinvolgimento in una nuova governance della società biancoblu. Un’ipotesi che, dall’11 marzo in poi, ha monopolizzato le previsioni sul futuro più o meno immediato del club di via Cà Bianca. Da allora, solo l’Amministratore Delegato tigrotto Patrizia Testa ha preso posizione negando qualsiasi incontro con la controparte attraverso un comunicato ufficiale apparso sul sito societario il 18 marzo. Pirola, invece, non si è mai espresso pubblicamente. Ora, potrebbe farlo allontanando le nozze e confermando il focus esclusivo sulla pallavolo bustocca. Una smentita sarebbe una notizia data due volte? Può essere. Ma la sensazione è che (almeno per il momento) il progetto possa essere messo in stand by.
Non estranei al raffreddamento della pista, i complessi rapporti interni al consiglio di amministrazione della Pro Patria. Tanto controversi da cristallizzare una fase di impasse al limite del paradosso. Le prove? Una per tutte. Lo scorso 29 marzo, attraverso il quotidiano La Prealpina, il presidente Nitti dichiarava: “Le quote ci sono: chi le vuole si faccia avanti”. Peccato che oltre un mese prima (il 26 febbraio) sulle stesse colonne la Testa avesse già compiuto il passo: “Sono disponibile ad acquisire la maggioranza del club”. Un’incomunicabilità degna del Michelangelo Antonioni de “L’Eclissi”.
La soluzione del rebus passa attraverso lo scioglimento di questo nodo. Prima di ogni altra cosa.

Giovanni Castiglioni