Una volta di più non crediamo al caso. Quindi, che la nuova Pro Patria si sveli a partire dal Settore Giovanile, più che una circostanza appare come una scelta ponderata. O una questione di stile. In una sala stampa dello “Speroni” versione riunione condominiale, i nuovi vertici operativi tigrotti presentano le strategie del vivaio che verrà. Con qualche sassolino da estrarre dalle calzature. Argomento a cura del Direttore Generale Salvatore Asmini: “Da quest’anno prima squadra e settore giovanile saranno una società unica. Ci sarà discontinuità con la precedente gestione. Non è una critica. Semplicemente un modo diverso di vedere le cose. Dateci fiducia, ve lo chiedo con il cuore”. Destinatari dell’appello la trentina di genitori presenti a prova di una transizione ancora tutta da metabolizzare. Primo passo, la soluzione del rebus campi di allenamento: “Per quest’anno non saranno ancora pronti i terreni dietro lo stadio. Ma abbiamo già investito per una soluzione ponte. In ogni caso abbiamo accordi per collaborazioni con società del territorio come Olgiate. Il lavoro da fare è tanto e per la Segreteria ci siamo affidati ad un uomo di esperienza come Massimo Tribuzio ”.

Il neo responsabile del Settore Giovanile biancoblu Giorgio Scapini sfodera mestiere e padronanza della materia: “Abbiamo le idee molto chiare. Non vogliamo allenatori ma istruttori anche se in questo momento è inutile fare nomi. Anche perché c’è il rischio di bruciarli. Nel caso in cui la prima squadra fosse in Lega Pro avremmo 5 categorie. Altrimenti saranno 4. I miei trascorsi mi insegnano che il risultato è importante ma prima ancora viene la crescita umana dei giovani. Quanti ragazzi abbiamo? Dobbiamo capire chi ci darà fiducia…”. Tema che coinvolge Nazareno Tiburzi, chiamato a spegnere qualche accenno di fronda: “Il nostro progetto è molto semplice e trasparente. Capisco la diffidenza di qualcuno ma voglio che ci sia più senso di appartenenza. Siamo la Pro Patria, dobbiamo esserne orgogliosi”. Il nuovo corso parte dalle fondamenta. Sembra poco. Ma (per il momento) può bastare.

   Giovanni Castiglioni