Quanto può incidere un singolo giocatore nelle fortune di una squadra? Poco, tanto, a seconda dei casi. Ecco, nel caso di Mario Alberto Santana, la risposta è tantissimo. Dubbi? Chiedetelo a Pala: “Oggi ha insegnato calcio agli altri 27 in campo. Avversari compresi. Non posso che inchinarmi alle sue qualità“. Con un’appendice. Che riguarda ìl sermoncino tenuto ai compagni nell’intervallo: “Ha detto a tutti che a lui non piace perdere. Gli effetti si sono visti. Anche se purtroppo non e’ bastato a pareggiare la partita“. Già perchè il primo tempo era stato costellato da errori in serie: “Abbiamo creato più oggi che in tante altre gare messe insieme. Ma abbiamo sbagliato troppo. Sui gol e non solo. Il “tiro di Bertoldo” di Possenti in disimpegno, la mancata uscita di La Gorga, un paio di indecisioni di Zaro. Troppo contro la capolista“.
A sensazione, il coraggio del finale ha liberato la squadra: “Da qui in avanti dovremo giocare con più intraprendenza. Siamo cresciuti molto. E si vede. Oggi, ad esempio, devo fare i complimenti a Pisani“. Che dire?   Un’autentica notizia, che il Piso incassa con un sorriso: “Adesso siamo consapevoli di potercela giocare con tutti. Dispiace l’atteggiamento di inizio partita. Abbiamo concesso troppo. Poi nell’intervallo ci siamo guardati in faccia e qualcosa è cambiato“. L’argomento Santana è sempre caldissimo: “Non sta a me dire quanto può essere importante. Ma qui, a nessuno piace perdere“.

Dall’altra parte Venturato incassa i tre punti con inaspettata soddisfazione: “Una prestazione importante di una squadra con valori importanti. Dobbiamo essere però più concreti. E mi dispiace aver preso gol. Ma la prova resta di livello“.

La chiosa più efficace è di Edoardo Gorini (vice granata ed ex Varese) che, a mezza bocca, non nasconde gli imbarazzi degli ultimi minuti: “Dovevamo gestirla meglio. Anche perché gare così, non sai mai che piega prendono. Alla fine c’è venuto un po’ il “cagotto“.

Mettere paura alla capolista può bastare? No, ma oggi la Pro Patria deve accontentarsi anche di questo.

Giovanni Castiglioni

LA PARTITA