Il fine giustifica il mezzo. E il futuro della Pro Patria val bene un post su Facebook. L’impasse societario attualmente attraversato dal club biancoblu ha convinto così Patrizia Testa a pubblicare in rete l’ennesimo appello alla città. Una chiamata alle armi lanciata attraverso il profilo personale sul più popolare dei social network. Canale che negli ultimi mesi è diventato una sorta di costola della comunicazione ufficiale tigrotta, utile a catapultare in rete sfoghi, riflessioni e spunti di discussione. A seguire l’ultimo:
“Mi rivolgo a chi negli ultimi mesi mi ha avvicinata direttamente o per tramite per manifestare interesse a dare una mano alla Pro Patria. I risultati non sono certo quelli che speravo. Solo un industriale è stato di parola e non gli posso dire grazie pubblicamente perché vuole riservatezza. Lui come me è mosso da amore e passione non certo da secondi fini. Da quando ho verificato come funzionano i meccanismi e mi sono opposta a certi “si usa” e “conviene” ho tirato dritto per la mia strada e vado avanti a pretendere gente per bene vicino a me. Mi rivolgo di nuovo alla città, alla mia Busto, al mio nuovo sindaco per avere quel supporto necessario a far ruggire di nuovo le nostre tigri!”.
L’industriale in questione dovrebbe essere una vecchia conoscenza il cui rientro sarebbe rappresentato dalla presenza nel cda di Alberto Armiraglio. La morale della favola è quella che scriviamo da mesi. L’attesa rivoluzione non c’è ancora stata. Almeno a livello societario. Perché a Busto la Pro Patria è patrimonio e interesse di tutti. Evidentemente però, solo a parole.
Giovanni Castiglioni