Alla fine è arrivata anche la pioggia. Ma se lo scroscio (oltre che molesto), sarà stato anche beneaugurate, lo scopriremo solo vivendo. Quel che è certo è che la presentazione ufficiale di ieri sera ha riconsegnato la Pro Patria alla città e alla sua gente. Per chi crede nei simbolismi, non proprio un dettaglio.

Piazza San Giovanni (più o meno) piena, tifoseria già discretamente carica in attesa del derby (ma ci sarà?) con il Legnano, squadra (forse) sorpresa dalla portata dell’accoglienza e palco in balìa delle intemperie (in realtà poco più di 4 gocce). Insomma, gli ingredienti c’erano tutti e la versione minimal della vernice ha garantito retorica prossima alla virgola. Il bignami di serata, intanto, si riduce a due certezze: Patrizia Testa e Marito Santana. La presidentessa biancoblu (a parole) ha ricevuto dal sindaco Antonelli la massima onorificenza cittadina: “La Pro Patria c’è dal 1919. Ma se esiste ancora lo si deve solo a lei”. Per contro il patagonico è stato promosso sul campo nel ruolo di capitano. Semmai qualcuno avesse avuto dei dubbi.

Cerimoniere d’occasione Alberto Armiraglio che ha presentato alla spicciolata squadra e staff. A partire da Roberto Bonazzi che ha promesso una cosa e una sola: “Onoreremo la maglia. Statene certi. Poi però a vincere è soltanto uno…”. Sul fronte mercato dopo l’arruolamento dell’argentino Garbini, il rientro da Reggio di Tondini e l’accordo con lo svedese Andreasson (a proposito, sul biondino scandinavo pare abbia messo una buona parola anche il grande ex Paolo Tramezzani), il DS Turotti è a caccia di almeno tre profili: un terzino sinistro, un centrocampista e (chissà) forse anche una punta centrale. La potenza di fuoco (si sa) non è mai abbastanza.   

L’Oscar della notte tigrotta va però ad una maglia il cui slogan rischia di diventare un tormentone: “Nasci, cresci, mai una gioia, muori”. Ai tifosi bustocchi possono togliere tutto. Non la flemma.

Giovanni Castiglioni