L’ex presidente del Varese Antonio Rosati, l’ex amministratore delegato biancorosso Enzo Montemurro e l’ex calciatore varesino Bruno Limido sono stati rinviati a giudizio insieme agli altri 11 indagati nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Milano su una presunta frode fiscale di 63 milioni realizzata nei settori della logistica, dei trasporti e del facchinaggio attraverso una rete di cooperative. La notizia è che sono saltati otto capi di imputazione; dunque buona parte delle accuse sono venute a mancare e inoltre sono state azzerate le parti civili: contro i circa 200 lavoratori non fu commesso alcun atto illegittimo. Quali accuse restano in piedi? L’associazione a delinquere e i reati tributari. La prima udienza del processo che si presenta lungo e complesso ci sarà il 7 luglio. Rosati, Montemurro arrestati il 29 ottobre 2014 sono liberi da un anno.
Riguardo ad Antonio Rosati c’è di più. Tempo fa Nicola Laurenza gli aveva fatto causa accusandolo di aver nascosto informazioni fondamentali sui debiti del Varese al momento della cessione delle quote tra le aziende dei due. Per questo aveva chiesto 3 milioni di euro di risarcimento, i giudici del Tribunale civile di Milano invece hanno dato ragione a Rosati e non solo. Hanno anche condannato Laurenza al pagamento di 500mila euro allo stesso ex presidente, cifra per acquisire le quote che all’epoca non fu mai versata. Laurenza dovrà pagare subito 200mila euro, mentre i restanti 300mila da saldare in base alla rateizzazione già stabilita al momento della cessione della società poi fallita nel luglio scorso.
e.c.