Una promozione a suon di record ed un’annata altrettanto emozionante, fatta di una finale di Coppa Lombardia e di un playoff sfumato per un soffio, di “scommesse vinte” e di emozioni che nessuno potrà cancellare, anche quando poi si mette un punto, si volta pagina e si va avanti. La Solbiatese non sarà più la Solbiatese di mister Rimoldi, ma quello che è successo nelle ultime due stagioni resta del sapore più dolce.
GiovanniRimoldi“L’inferno” della seconda categoria era diventato Paradiso quando a suon di record si era tornati in prima, grazie ad una corazzata atomica, che ha vissuto la stagione con rispetto e voglia di “strafare”, riuscendoci in grande stile. Il ritorno in Prima la scorsa estate aveva già fatto intendere fosse un’annata importante anche quella che sarebbe venuta, perché con una rosa ricca di qualità e quantità era difficile immaginarsi qualcosa di diverso. E così è stato: il 5° posto a pari merito con la Belfortese, divenuto sesto in virtù degli scontri diretti, ha trovato la sua compensazione con un cammino in coppa semplicemente esaltante, giunto fino alla finalissima, poi persa ma comunque vissuta a mille soprattutto sul lato emotivo. “Che peccato non esserci arrivati in condizioni ottimali, è il nostro unico rammarico, ma per il resto sono contentissimo, so che abbiamo dato tutto e vivere quella cornice è stato esaltante e il giusto premio per essere emersi tra 160 squadre”, commenta con serenità il tecnico Rimoldi.”Il discorso degli infortuni – aggiunge l’allenatore – è qualcosa che nel calcio ci sta ma che purtroppo ci ha penalizzato anche in campionato, non permettendoci di conquistare i playoff, traguardo che era ampiamente alla nostra portata, è un peccato ma abbiamo accettato con serenità il verdetto, credo comunque che per una neopromossa fare tutto ciò che abbiamo fatto noi sia un enorme motivo d’orgoglio ed è proprio così che ci sentiamo, orgogliosi”. L’annata della Solbiatese è fatta anche di soddisfazioni personali e di “Scommesse vinte”, precisa Rimoldi. Una scommessa che ha un nome e cognome: Andrea Falsaperna. “Prima che del calciatore, vorrei parlare dell’uomo: Andrea è un ragazzo di una volontà incredibile, che tornava da un infortunio serissimo, e lui stesso mi aveva confessato di avere dei dubbi sul fatto che potesse giocare ancora a calcio, ma io gli ho detto di restare con noi che questo sarebbe stato il suo anno, non ho sbagliato”. E aggiunge: “Capocannoniere con 21 gol, il premio Varese Sport come miglior giocatore di Prima Categoria, penso sia il giusto riconoscimento per la sua stagione, ma anche un motivo di gioia personale, per averci creduto e per aver lavorato bene insieme”. Ma il calcio è “strano” e i cambiamenti repentini all’ordine del giorno: “Già infatti io e il mio staff, (Mauro Demunari e Umberto Polato) chiudiamo qui la nostra avventura; purtroppo a volte subentrano dei problemi di altra natura che ti spingono a fare scelte differenti, ma il nostro grazie per questa società è totalizzante e sincero, nessuno ci toglierà mai quello che abbiamo fatto insieme, sono stati anni fantastici”.
Giovanni Rimoldi, Mauro Demunari e Umberto Polato salutano così l’ambiente gialloverde, in attesa di poter iniziare, sempre insieme, una nuova esaltante avventura, perché “passione ed entusiasmo non mancano di certo”, e con passione ed entusiasmo tutto è possibile.

Mariella Lamonica