CECCO: eh, caro Beppe, non c’è niente da fare: tra un incontro e l’altro deve trascorrere per forza un mese…
BEPPE: mi pare un tempo congruo. E poi, almeno questa volta, una ragione c’è e sta nel fatto che alcuni eventi erano e ancora sono in divenire…
CECCO: ad esempio?
BEPPE: ad esempio, la vicenda del Varese che sperava di giocare in Lega Pro e che poi manda a quel paese Melosi e prende Ramella…
CECCO: tutti sapevamo benissimo che la richiesta di giocare in Lega Pro sarebbe stata bocciata. Giusto provarci, magari, tanto per non rimanere col dubbio, ma i regolamenti sono chiari.
BEPPE: infatti, in particolare quando prevedono che debbano trascorrere due anni prima che il cambiamento di sede possa produrre gli effetti in questo caso auspicati. E il trasferimento della sede dello Sporting da Bellinzago a Lonate Pozzolo non è avvenuta due anni fa ma qualche settimana fa…
CECCO: però siamo in Italia…
BEPPE: è vero, siamo in Italia dove accadono cose a volte scandalose, però in questo caso non c’era davvero alcun presupposto regolamentare per cui la richiesta di Varese e Bellinzago potesse essere accolta. Mettiamoci il cuore in pace…
CECCO: mi chiedo sino a che punto questa manovra sia stata pretestuosa o se invece sia stata fatta in buona fede…
BEPPE: beh, a volte ci piace essere andreottiani e pensare male anche dove il male non c’è. Però è una situazione complessa, non facile da valutare, nella quale vantaggi e svantaggi si sarebbero sommati e avrebbero dovuto essere ponderati ben bene.
CECCO: li vogliamo analizzare, così, anche a volo d’uccello?
BEPPE: sì, ma proprio a grandi linee. Il vantaggio, enorme, di poter giocare subito in Lega Pro stava soprattutto nel fatto che in pratica avresti vinto un campionato senza disputarlo e, considerando che frequentare una serie D costa comunque parecchi quattrini e non avresti in ogni caso la garanzia di conquistare la promozione, non ci sono dubbi che il vantaggio sarebbe stato considerevole.
CECCO: però giocare in Lega Pro ti sarebbe costato il doppio o quasi…
BEPPE: vero, ma avresti dovuto “incrociare” questo maggiore esborso con il vantaggio di non disputare la serie D. Un vantaggio non esattamente quantificabile perchè non puoi sapere se quel campionato non disputato lo avresti vinto oppure no. E’ chiaro che evitare di giocare magari per due anni in serie D comporterebbe un risparmio al minimo pari (ma quasi certamente superiore) all’esborso che avresti affrontato per giocare in Lega Pro. E non parliamo della eventualità di dover giocare in serie D per tre o più anni…
CECCO: vediamo altri vantaggi del giocare subito in Lega Pro…
BEPPE: parliamo di un vantaggio non economico. In serie D, dopo i proclami di molti dirigenti (un anno fa ma anche qualche giorno fa) che parlavano di voler fare ritorno al più presto in serie B, il Varese sarà costretto ad allestire una squadra per vincere e a sottostare alla pressione che investe tutte le squadre e le società che giocano per vincere. Al contrario, se il Varese fosse approdato subito in Lega Pro, la società avrebbe potuto “prendersela comoda” e allestire una squadra giovane e futuribile che, a fronte di qualche inciampo, sarebbe stata sicuramente perdonata da tifoseria e ambiente. “Che cosa pretendete – avrebbe potuto eccepire la società nei confronti dei tifosi eventualmente critici – dopo che abbiamo in pratica vinto due campionati in fila e sosteniamo un grande sforzo economico per giocare in Lega Pro? Meritiamo tutta la fiducia del mondo, dunque evitate ogni critica”. E sarebbe stato impossibile darle torto…
CECCO: ma tu pensi davvero che se il Varese dovesse disputare una serie D non al vertice ci sarebbe qualche critica?
BEPPE: te lo metto per iscritto! Conosco i tifosi, so che ci sarebbero delle difficoltà, anche se la Curva mi pare sia stata “cooptata”. E le presenze allo stadio si ridurrebbero non di poco.
CECCO: uno svantaggio di questa situazione di incertezza è che i lavori di costruzione della nuova squadra hanno rallentato: non sapendo in quale campionato si sarebbe giocato, tutto è rimasto in stand by…
BEPPE: eh sì, ma non credo sia un grande problema, vista la quantità di giocatori presente sul mercato. Se giochi in serie D, sarà fondamentale scegliere giovani e giovanissimi bravi, visto che devono giocare per forza… Per il resto, il Varese non è la Juventus che deve scegliere giocatori che le garantiscano di fare bella figura in Champions League…
CECCO: e il caso Melosi-Ramella?
BEPPE: potrei dire società un po’ allo sbaraglio, ma con Ramella sicuramente questa dirigenza non andrà allo sbaraglio. Certo che Melosi lo avevano riconfermato due settimane prima… Se c’era acredine, era preferibile cambiare subito!
CECCO: via Scapini, via pare anche Merlin…
BEPPE: è una stazione ferroviaria… L’importante è che ci sia qualcuno in società in grado di scegliere gli otto-dieci giocatori giovani che devono entrare in rosa perchè devono giocare obbligatoriamente.
CECCO: parliamo di basket: rimane Kangur…
BEPPE: devo ripetere ciò che già ti avevo detto non una ma due volte. Penso che due anni di contratto siano un po’ una follia e penso che, senza minimamente discutere il valore (più passato che presente) di Kangur, si sia badato al suo peso positivo in spogliatoio. Ora spero che ci siano anche le conferme di Wright (se la squalifica sarà al massimo di tre mesi, perchè il suo è stato un peccato, senza dubbio, ma molto veniale, considerando la sua malattia) e di Kuksiks.
CECCO: mi pare sia esplosa una sorta di “Bulgheronimania”: da quando si è saputo dell’ingresso di Toto Bulgheroni nel consiglio di amministrazione della Pallacanestro Varese, tutti a festeggiare e a felicitarsi… Beh, Toto è un grande personaggio, è competente, di buon senso…
BEPPE: ma certamente, non lo discuto di sicuro. Però Toto Bulgheroni, per quanto “ufficiosamente”, è stato sempre vicinissimo in questi anni alla società, come del resto avevo già avuto modo di dirti in passato. Quante volte è stato visto conversare con Pozzecco dopo gli allenamenti (parlo naturalmente di quando il Poz era allenatore)? E quante volte ha chiacchierato con Coppa e con Castelli? Il problema è che se poi non gli davano retta…
CECCO: gira il nome di Moss..
BEPPE: buon acquisto, non c’è dubbio. Sinceramente, dopo l’esperienza di Milano non lo avrei considerato troppo, ma ciò che ha fatto a Brescia lo ha rivalutato ai miei occhi, confermando ad esempio che ha ancora voglia di darsi da fare e che è un elemento molto positivo in spogliatoio. E poi un giocatore come questo lo vedo più importante in una squadra di alto livello che in un contesto “minore”; voglio dire che Moss non è un realizzatore, uno che può segnare sempre 25-30 punti ma è, al contrario, un collante, un giocatore che sa fare bene molte cose. Poi c’è il discorso dello spogliatoio che, tu lo sai, per me è fondamentale; ma non sarebbe difficile informarsi per bene circa il peso di Moss in spogliatoio, visto che in Italia ha giocato per diversi anni (e Marco Passera, in proposito, mi pare ne abbia detto un gran bene). Comunque, se proprio lo vuoi sapere, secondo me è piuttosto improbabile che Moss arrivi a Varese. Vedremo…
CECCO: sempre riguardo la Pallacanestro Varese, c’è anche il discorso del consorzio di privati “Il basket siamo noi” che si affiancherebbe a “Varese nel cuore”. Mi pare una bella cosa…
BEPPE: una bellissima cosa! Nulla di nuovo, ricalca quel capolavoro che Giancarlo Gualco realizzò nel 1981, quando Guido Borghi decise di disimpegnarsi e la vita stessa della Pallacanestro Varese venne messa a rischio. Gualco raccolse 750 milioni di lire associando diversi privati, primi fra tutti Toto Bulgheroni, i fratelli Claudio e Gianfranco Castiglioni, Adalberto Tamborini della Mérlett Tecnoplastic e Ilario Legnaro, che versarono 100 milioni a testa (totale 400 milioni, perchè i Castiglioni ne misero 50 a testa e diedero la sponsorizzazione Cagiva). Gli altri 350 milioni furono il frutto di versamenti di portata inferiore, da qualche decina di milioni forse a qualche centinaio di migliaia di lire, ma ogni liretta fu preziosa per rilanciare la Pallacanestro Varese.
CECCO: poi Bulgheroni acquistò pian piano tutte le quote, sino a rimanere unico proprietario.
BEPPE: esatto, restituì tutti i soldi a coloro che li avevano “prestati”. E sempre con i Castiglioni a fianco, che cedettero il passo ad altre sponsorizzazioni (Star, DiVarese) per rientrare in tempi successivi. Bulgheroni ha fatto tanto, tantissimo, ma anche la famiglia Castiglioni, considerando tutto quanto, si è data da fare mica male nel corso degli anni ed è giusto riconoscerlo…
CECCO: Bulgheroni ha dichiarato che basterebbero 100 euro a testa versati da 2000 tifosi e si avrebbe un bel gruzzolo a disposizione…
BEPPE: ha ragione, oggi con 200.000 euro si prende un gran bel giocatore. O si può andare a cercare un giovane italiano da svezzare o da sgrezzare, cosa più produttiva ma anche più complicata.
CECCO: e poi…
BEPPE: alt! Arriva la stoppata! L’abbiamo già fatta piuttosto lunga e non mi pare il caso di andare oltre. Ne parliamo la prossima volta.
CECCO: mi prometti di farti vivo più in fretta?
BEPPE: non appena avremo notizie certe sul Varese: promesso!
CECCO: mi fido…
BEPPE: e fai bene!
CECCO: alla prossima, allora!
BEPPE: alla prossima!

Cecco&Beppe