Anatomia di un successo. “Non” annunciato. Voluto, sì. Desiderato, sì. Ma non annunciato. Il giorno dopo aver conquistato il grande salto in serie B tutto il clan della Robur Basket Saronno si gode il clima di festa e il grandissimo entusiasmo generato da una vittoria frutto di una stagione perfetta…
“Un’annata speciale che – dice Marco Novati, general manager saronnese -, abbiamo sostanzialmente dominato – 31 vittorie su 38 gare disputate -, ma che, è pura verità, nessuno di noi aveva pianificato e prospettato in questo modo. Sapevamo di aver allestito una buona squadra, ma allo stesso tempo eravamo perfettamente consapevoli che ad altri sarebbe spettato il ruolo di favorita. Sia per motivi di budget, sia come hai giustamente fatto notare per ragioni di “album di figurine”. Quindi, mi sembra sia del tutto corretto affermare che alla vigilia del campionato, almeno sulla carta, i rapporti di forza fossero ben diversi e che la nostra squadra non rientrasse nelle zone altissime del “ranking””.
Invece, ecco che fin dal “semaforo verde” avete sorpreso tutti: un girone d’andata da imbattuti – 15 su 15 -, e un torneo sempre pienamente controllato…
“Proprio così: la squadra non solo ha assorbito in tempi rapidissimi il gap dei sette giocatori nuovi, ma intorno all’efficienza del lavoro difensivo ha subito trovato una modalità di funzionamento ideale. In questo senso meriti assoluti vanno attribuiti a coach Paolo Piazza che, da coach esperto e profondo conoscitore della categoria, ha saputo dosare sapientemente bastone e carota portando sul suo terreno, quello del sacrificio e del sudore nella nostra metà campo, anche quei giocatori che per indole e caratteristiche tecniche sembravano essere mentalmente più predisposti verso l’attacco”.
Paolo Piazza ha realizzato anche un mezzo miracolo tattico…
“A mio parere un po’ più di mezzo perché mettere la squadra nelle mani di due “stelle” come Cacciani e Gurioli, due giocatori molto simili tra loro, riuscire farli convivere e, non solo, trarre enormi vantaggi tecnico-tattici dal loro modo di stare in campo ha rappresentato qualcosa di fantastico. Bravissimo dunque Piazza nel trovare sempre la chiave di lettura più giusta e addirittura eccellenti tutti i ragazzi nel lavorare con lo spirito giusto trovando nelle pieghe di ogni partita gli spazi per diventare protagonisti. Il nostro successo infatti è figlio di mille frammenti positivi che messi insieme in varie forme tra attacco e difesa hanno composto il meraviglioso mosaico della nostra stagione vincente e indimenticabile”.
Parlaci di questi “frammenti”. 
“Accanto a Cacciani e Gurioli, dei quali ho già detto, si è mosso un intero gruppo guidati dai playmaker Minoli e Bellotti. Il primo è la sorpresona della stagione perché, complice l’infortunio che ha tenuto lontano Bellotti per molte settimane, si è ritagliato in fretta un ruolo da titolare e la sua spinta è stata determinante per avviare bene la stagione. E’ cresciuto tantissimo in termini di personalità e leadership guadagnando la fiducia di tutti. Bellotti invece, dopo i problemi fisici iniziali, ha disputato un campionato in costante ascesa e nella seconda parte della stagione, con una serie di prestazioni di alto livello, ha confermato tutte le sue brillanti qualità. Leva è stato il nostro grande “Capitano”, intendendo con questo termine tutto il buono e tutto il bello del suo ruolo. In campo e in spogliatoio. Petrosino, presenza dominante sotto i tabelloni e sui due lati del campo, rappresenta a mio avviso l’altra sorpresa dell’anno e penso che in pochi avrebbero scommesso su un impatto così potente da parte sua. Guffanti per la nostra squadra ha rivestito alla perfezione il ruolo di uomo “ovunque”. Serve un rimbalzo importante in un momento delicato? C’è “Gufo”. Un palla recuperata? Un canestro dallo “sporco”? Un tiro “glaciale”? Un fallo speso bene? Una giocata di sacrificio”? In tutte le situazioni c’è sempre Guffanti. Aceti e Gorla, anche se con pochi minuti in campo, hanno svolto benissimo il loro lavoro, peraltro molto apprezzato, in allenamento. Furlanetto ha rappresentato il colpaccio insperato nel mercato di gennaio. Un giocatore perfetto che al nostro gruppo ha portato esperienza, comprensione del gioco, grandi qualità tecniche e tattiche e la stupenda capacità di gestire gli umori dello spogliatoio. Per non parlare poi delle buonissime prove offerte sul campo. Basta, per tutte, gara-2 a Piadena: 13 punti chirurgici, giocate eccellenti e mantovani messi con le spalle al muro da “Furla”. Infine, ultimo ma tra i primi, Lanzani, giocatore pescato dalle ultraminori che ci si è accostato al nostro ambiente con l’entusiasmo di un ragazzino alla prime armi. Sempre il primo a lavorare in allenamento, sempre pronto a dare consigli, sempre in prima linea a sostenere i compagni. Nella nostra vittoria c’è tanto anche di suo”.
Le dediche finali per chi sono?
“Per Ezio Vaghi, nostro grandissimo presidente che da anni attendeva di ri-assaporare una gioia simile. A Giorgio Venturelli che al fianco di Ezio ci ha seguito con grandissima passione e straordinario affetto e immancabilmente a Paolo Piazza che ha “disegnato” una stagione da mettere in cornice”.
E tu, come vivi questo momento?
“Con la serenità di chi, molto modestamente, ha provato a dare una mano ed ora si gode il momento. Ho svolto il mio lavoro a 360 gradi cercando di sgravare Ezio Vaghi da compiti pesanti. Sono stato sempre vicino alla squadra cercando di aiutare Piazza e i ragazzi ad esprimersi al meglio accompagnato in questo compito da una certezza: i protagonisti sono sempre allenatori e giocatori, ma se la società funziona a dovere – conclude Novati -, tutto diventa più semplice, facile, bello…”.

Massimo Turconi