All’età di 27 anni Marco Santambrogio ha raggiunto la sua maturità disputando una delle stagioni più intense e produttive della sua carriera finchè un ginocchio ballerino ha deciso di tarpare parzialmente le ali alla sua stagione tra affaticamenti e qualche noia ai tendini che ne han limitato il rendimento nella seconda fase dell’annata. Piacevole è anche sentir parlare il buon “Gus” al nostro taccuino.
Marco, come valuti la stagione appena conclusa dalla tua Robur?
“Penso non sia stata una buona stagione anche se tutti dicevano che dovevamo pensare solo alla salvezza – l’incipit del play guardia varesino – Ne ho parlato spesso coi miei compagni e devo dire che parecchie partite ci han dato la dimostrazione che potevano giocarcela con tutti. Penso che questa Coelsanus potesse tranquillamente ambire ad una posizione tra il quinto e l’ottavo posto”.
Allora cos’è successo?
“Sostanzialmente la sfortuna si è accanita contro di noi sotto forma di infortuni continui. Basta guardare a Innocenti che era la nostra ala titolare fuori dopo neanche metà stagione, Matteucci che ha disputato una stagione non da lui, Bolzonella coi problemi alla spalla nel finale di stagione, io coi miei problemi…insomma nonostante tutte queste angherie siamo arrivati noni: mi sembra che la mia tesi sia ben suffragata”.
Invece, guardando alla tua di stagione come la valuti?
“Penso che fino a gennaio questa poteva essere la mia migliore annata insieme a quella con Piazza in panchina, poi tra gennaio e aprile sono andato molto male… Nonostante ciò, penso che nell’economia della squadra ho dato un buon contributo. Mai come quest’anno sentivo che c’era bisogno di me e che i miei canestri servivano. Poi i già citati problemi fisici: non essendo dei professionisti i nostri tempi di recupero si allungano…”.
Qual è stato il momento più difficile della stagione?
“Penso dopo le sconfitte al supplementare con Bergamo e Lecco. Due gare perse giocando con un cuore grosso così per noi che abbiamo carattere e voglia, che ci impegniamo tutta settimana….La settimana dopo altra sconfitta casalinga contro Milano: lì sì che abbiamo toccato il fondo. Non dico che ormai pensavamo ai playout, ma la paura di retrocedere stava venendo a galla. Ho pensato: o tiriamo fuori qualcosa ora oppure diventa un bel problema. Poi centrammo la vittoria con Costa Volpino e, infine, quella strepitosa vittoria di 30 punti contro Mortara”.
Il tuo rapporto con coach Passera?
“Nella mia testa penso, magari con poca modestia, di essere una persona che capisce la pallacanestro per cui pensavo fosse più giusto far giostrare in posizione play Moalli e il sottoscritto così da poter sfruttare il talento e la classe di Bolzonella in posizione guardia. Invece, lui ci ha visto giusto: giocando da guardia posso usare gli spazi che mi apre “Bolzo” per colpire con più libertà”.
Parlare di futuro a maggio è presto, hai novità?
“Penso ci vorranno almeno altre due o tre settimane prima di sapere qualcosa, però posso dire una cosa?”.
Certamente.
“Ho provato a fare il professionista giocando a Bari, ma ho capito che non era la mia vita. Allora ho fatto di tutto per tornare qui alla Robur dove ora alleno anche i bimbi: perchè qui c’è di più che non un semplice allenare i ragazzini, ma uno stile di vita e posso dire di condividere questo sogno insieme a Martino Rovera. Vorrei giocare in Robur per sempre, ma è chiaro che non dipende solo da me. Un contratto bisogna farlo in due, ma spero vivamente di firmarlo!”.

Matteo Gallo